04 Dicembre 2020, 13:28
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PALERMO – La Lega fa quadrato e lancia le sue proposte per risolvere l’emergenza rifiuti, definita “perenne e vergognosa”. Oggi si è tenuta una conferenza stampa a Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, a cui hanno preso parte diverse figure chiave del Carroccio: il senatore Luca Briziarelli, capogruppo della Commissione ambiente, il consigliere comunale e commissario per Palermo Alessandro Anello e il capogruppo della Lega al Comune Igor Gelarda. Presenti anche i ‘nuovi acquisti’, Vincenzo e Sabrina Figuccia, nuove forze leghiste rispettivamente all’Assemblea regionale e in consiglio comunale. La Lega ha presentato sette punti programmatici “frutto del lavoro al Comune compiuto insieme ai consiglieri Gelarda e Figuccia”, dice Anello introducendo l’incontro.
“La giornata di oggi non è soltanto per dirci le cose sotto gli occhi di tutti, a partire dalle tonnellate di rifiuti ammassati a Bellolampo, ma soprattutto per fare proposte – esordisce Vincenzo Figuccia –. Personalmente ho avuto un carico di lavoro preciso: verificare nell’ambito dell’Assemblea regionale siciliana che fine ha fatto l’ordinanza di marzo 2018. In quel periodo chiedevo che venissero dati pieni poteri alla Regione, e con l’ordinanza quei poteri erano arrivati: da allora il presidente della Regione è colui che in teoria avrebbe avuto il potere di gestire il piano rifiuti, che però oggi non vede realizzati gli impianti di Casteltermini, Trapani o Castellana Sicula, né la settima vasca di Bellolampo”.
Sabrina Figuccia parla di una “abitudine dell’amministrazione di dare responsabilità fuori da se stessa. Ma non siamo alla ricerca di colpe, siamo alla ricerca di soluzioni”. Figuccia affronta argomenti come il differimento della Tari recentemente confermato dal sindaco, giudicati interventi palliativi a fronte di servizi “inesistenti”. Citando un intervento dell’assessore comunale Sergio Marino, Figuccia dice che “la soluzione parrebbe un’ulteriore deroga per abbancare rifiuti in sesta vasca. Non può essere questa. Dobbiamo trovare strumenti per essere al pari delle altre città italiane europee, nemmeno troppo innovativi”.
“Aspettiamo la settima vasca da parecchi mesi, ma non è la soluzione – aggiunge Gelarda, che indossa una mascherina con scritto ‘Orlando vattene’ –. Ci porterà soltanto ad allungare i tempi”. Quindi illustra il primo punto: “Dobbiamo cambiare il concetto del rifiuto, un cambio non filosofico ma pratico. In questo momento Palermo non arriva al 20 per cento della differenziata perché costa troppi soldi, e i cittadini a usufruirne sono appena il 30 per cento, 240 mila. Rap non può aumentarla al resto della città perché i costi sono altissimi, e il sindaco Orlando, che è sindaco da 35 anni, non ha pensato di realizzare la struttura del trattamento degli ingombranti e del residuo secco ovvero carta, vetro e plastica. Se riuscissimo a gestire tutto questo in autonomia abbatteremmo i costi ed estenderemmo la differenziata a tutto il territorio”, secondo punto del programma, con l’obiettivo “di almeno il 70 per cento complessivo”.
Poi via con gli altri punti cruciali, come l’aumento dei centri di conferimento per gli ingombranti. “Ne vogliamo almeno venti”, dice Gelarda. Che illustra anche il “progetto di tariffazione puntuale: per esempio il cittadino porta un certo numero di chili di plastica, concordati telematicamente, e questi rifiuti gli valgono una cifra decurtata dalla Tari. Al contempo il Comune può rivendere quello che riceve. Significa valorizzare il rifiuto”. Fondamentale per la Lega anche il potenziamento della Rap, “anche con concorsi pubblici”, e la costruzione di un termovalorizzatore. Che “ha dei tempi autorizzazione lunghi, di cinque o sei anni, quindi va pensato adesso”. Gelarda tira in ballo anche il reddito di cittadinanza: “A Palermo ci sono trentamila percettori, di cui ventimila possono svolgere attività: siamo favorevoli al reddito, ma che sia civicamente utile. Con soli novecento percettori potremmo avere un piano di spazzamento completo sette giorni su sette, e il ritiro degli ingombranti domiciliare” a regime.
Il senatore Briziarelli attacca il sindaco a viso aperto: “Non ci interessa che Leoluca Orlando pochi giorni fa sia venuto a dirci che ‘dal 2014 l’Anci dice…’. Lui deve dirci cosa non ha fatto dal 2012. Se la situazione oggi è questa, il primo responsabile è il sindaco. Se soltanto un terzo dei palermitani è raggiunto dalla differenziata e se gli impianti cittadini versano in queste condizioni, è colpa del Comune”. Briziarelli, che è relatore di un’indagine sul ciclo delle acque in Sicilia, ha “chiesto di svolgere un’ispezione a sorpresa a Bellolampo. Era il 24 settembre e la situazione anticipava quella che oggi si presenta per le strade. L’ordinanza del sindaco arrivata dopo un mese non ha saputo fare altro che regolarizzare ciò che regolare non è: l’abbancamento di 25 tonnellate di rifiuti, una montagna, dentro capannoni e piazzali stracolmi” di Bellolampo.
L’esponente nazionale della Lega afferma che l’impianto di Palermo “è in debito ogni giorno di 150 tonnellate, dalle 750 previste a 900. Di chi è la colpa?”, chiede retoricamente. Poi un altro attacco al sindaco: “Sembra che viva sulla Luna. Dal 2035 l’Europa ci imporrà di non conferire oltre il 10 per cento dei rifiuti in discarica”, quindi la settima vasca “non potrebbe essere la risposta” definitiva all’emergenza.
Briziarelli annuncia anche tre proposte presentate a livello nazionale e regionale. “La prima: una mozione per il potenziamento del Noe (Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, ndr) in Calabria e Sicilia. La seconda: abbiamo chiesto al ministro Sergio Costa che all’interno del Recovery fund si intervenga per la realizzazione di impianti con una vicinanza territoriale. Nelle dichiarazioni di Orlando sembra che portare i rifiuti fuori dall’Isola sia facile, ebbene è giusto che si sappia che ci sono duecentomila tir che ogni anno spostano rifiuti con un danno per l’ambiente e per le tasche dei cittadini”.
Infine una tirata d’orecchie alla Regione siciliana: “Non abbiamo nessuno da difendere e giustificare – precisa Briziarelli – quindi per la fase transitoria chiediamo uno sforzo per lo sblocco di quanto è fermo e rallentato. Prendiamo atto che c’è voluto del tempo perché il piano esecutivo della settima vasca ereditato dal presidente Nello Musumeci era lacunoso, ma chiediamo una ulteriore semplificazione delle procedure d’urgenza per arrivare a superare quegli aspetti tecnici che rendono a oggi ancora lungo l’iter per certe realizzazioni”. Infine la “facile previsione: non mi stupirei se da qui a qualche settimana o qualche mese potesse peggiorare” la situazione d’emergenza “in funzione di quanto emergerà”.
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04 Dicembre 2020, 13:28