Dagli ospedali privati al pubblico | Sanità, via a nuove stabilizzazioni

di

07 Ottobre 2019, 19:49

3 min di lettura

PALERMO – Sono rimasti fuori dalle procedure di stabilizzazione ma ora potrebbe arrivare una norma per correre ai ripari. Domani l’Ars è chiamata a votare l’ennesima norma salva precari. Stavolta si tratta di circa ottanta lavoratori della Sanità che erano stati esclusi dalle assunzioni avviate l’anno scorso. I deputati infatti sono chiamati a discutere un articolo che consenta ad alcuni lavoratori anche degli ospedali privati di poter essere assunti a tempo indeterminato.

Solo qualche giorno fa il governo nazionale ha deciso di impugnare le procedure di stabilizzazione negli enti locali decise nel primo Collegato alla Finanziaria ma in Sicilia c’è sempre qualche posizione da sanare e quindi nuovo personale assumere. E così, sul tema anche il fronte sindacale esulta. Per i sindacati Uil Fpl, Cgil medici e Anaao Assomed la norma è positiva perché “riconosce il lavoro dei professionisti che hanno lavorato in strutture che, pur essendo private, fanno in sostanza parte del sistema sanitario regionale”. 

L’articolo è fra gli emendamenti aggiuntivi al ddl “Collegato bis” e prevede la possibilità di accesso ai concorsi per le stabilizzazioni anche ai lavoratori degli ospedali privati convenzionati con la Regione come l’Ismett, l’ospedale il Giglio di Cefalù e il Buccheri La Ferla. Come detto si tratta di 80 persone fra cui 60 medici e altri venti operatori con altre professionalità. In particolare, con la norma, l’anzianità di servizio (tre anni di attività nell’arco temporale di otto anni) presso questi ospedali sarà equiparata a quella presso gli ospedali pubblici e così i medici e altri operatori sanitari avranno il requisito per essere stabilizzati con le procedure della legge Madia.

“L’approvazione dell’emendamento aggiuntivo – commenta il segretario regionale della Uil Fpl Medici, Fortunato Parisi -, non comporta alcun onere finanziario aggiuntivo, ma conferisce adeguato riconoscimento alle tante professionalità coinvolte, che finora hanno maturato una proficua attività e che sono divenute a pieno titolo elementi imprescindibili per le tante realtà ospedaliere presenti nella nostra regione”.

Il segretario di Cgil medici Renato Costa auspica così che “l’Ars si renda conto che l’approvazione di questo emendamento non fa altro che sanare una situazione di vulnus venutasi a creare in seguito alla prima fase di stabilizzazioni. L’esperienza maturata presso ospedali come il Buccheri o l’Oasi di Troina – ha affermato Costa – non può non essere considerata come un’esperienza maturata in sedi non appartenenti al servizio sanitario regionale. Questi ospedali di fatto fanno parte della rete ospedaliera”.

Articoli Correlati

Anche l’Anaao Assomed Sicilia fa appello ai politici siciliani perché la norma abbia l’ok di Sala d’Ercole. “L’approvazione di tale emendamento – ha sottolineato la segreteria regionale del sindacato dei medici e dirigenti sanitari, guidata da Toni Palermo – rappresenterebbe un importante passo avanti ed una risposta efficace per il superamento del fenomeno del precariato all’interno del Sistema sanitario regionale, che per quanto abbia trovato in parte soluzione nella recente applicazione della Legge Madia, ha lasciato fuori molti professionisti per motivazioni tecniche. Tale provvedimento, trasformando gli ancora numerosi rapporti di lavoro flessibili in contratti a tempo indeterminato – ha concluso Palermo – sarebbe un giusto e dovuto riconoscimento della professionalità dei tanti precari della sanità siciliana”.

Per Angelo Collodoro del Cimo “la norma è condivisibile in quanto la stabilizzazione di dirigenti che hanno numerosi anni di servizio nella sanità siciliana consente di salvare professionalità che altrimenti si perderebbero”.

Anche Fials Sicilia in una nota a firma del segretario regionale Sandro Idonea e della vice Agata Consoli ha chiesto che oggi venga approvato “l’emendamento che consentirà la stabilizzazione di quei dirigenti medici, veterinari, amministrativi, professionali e tecnici precari in servizio presso le aziende sanitarie che erano stati esclusi per motivi di assurde interpretazioni restrittive dai benefici del decreto legislativo 75 del 2017. Il provvedimento – ha spiegato la Fials – che è stato sostenuto dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza, dalle commissioni Lavoro e Sanità e dal governo regionale, è stato fortemente voluto dalle organizzazioni sindacali per assicurare il dovuto riconoscimento del lavoro svolto da molti dirigenti che negli ultimi anni, a seguito delle gravi carenze di organico e del blocco delle procedure concorsuali, hanno contenuto consentito il funzionamento della sanità siciliana”.

 

 

Pubblicato il

07 Ottobre 2019, 19:49

Condividi sui social