Dai solitari agli uffici stracolmi | Regione: tutti i dipendenti

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02 Dicembre 2013, 06:00

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PALERMO – Ogni giorno, l’unico dipendente della Soat di Leonforte (l’acronimo sta per “Sezione Operativa di Assistenza Tecnica”, e si tratta di un ufficio territoriale dell’Assessorato all’agricoltura) sa che al lavoro non potrà dividere caffè e sigarette con nessuno. Né fare quattro chiacchiere, tra una pratica e l’altra. Un destino condiviso col collega della Soat di Comiso. O ancora, con quello dell’unico lavoratore della Condotta agraria di Pantelleria. Altrove, invece, gli uffici regionali scoppiano di lavoratori. È il caso, ad esempio, dell’ispettorato del lavoro di Castelvetrano. Lì sono ben 77 dipendenti regionali sono al loro servizio. Settantasette. Per capirci, nella stessa provincia, città più grosse come Mazara del Vallo (27) o Marsala (17) possono contare su un esercito assai più risicato. Misteri del personale della Regione. Fotografato dal periodico “report” stilato dall’assessorato delle Autonomie locali e della Funzione pubblica.

Una fotografia che, tanto per cominciare, consegna una verità assoluta: il numero dei dipendenti regionali. O meglio, dei dipendenti “regionali-regionali”. Non sono compresi, infatti, i vari lavoratori di enti collegati o società partecipate. Ma questi, sono già abbastanza. Per la precisione, i lavoratori di Mamma Regione sono 17.531. Di questi, 1776 sono dirigenti. Un rapporto “uno a dieci” stigmatizzato quasi ogni anno dalla Corte dei Conti. “Il numero dei dirigenti – si legge nel rendiconto generale per l’anno 2012 – è quasi doppio rispetto al dato aggregato di tutte le altre regioni a statuto speciale”. Già, lì il rapporto è, in media, di un dirigente ogni 19 dipendenti.

Eppure, nonostante ciò, molti uffici regionali sono “decapitati”. Non hanno cioè, alcun dirigente a guidarli. Un caso che riguarda, ad esempio, decine di centri per l’impiego. Ma non solo. Non c’è al “servizio turistico” di Acireale, non ci sono nelle condotte agrarie di Barrafranca, Nicosia, Regalbuto. Nessun dirigente al Servizio turistico di Enna. In compenso, stando al report della Regione, l’unico dipendente del Parco archeologico di Pantelleria è un dirigente. Che dirige se stesso.

Come detto, i dirigenti regionali sono 1776. Di questi, solo due appartengono alla prima fascia. Sono 36 invece i dirigenti di seconda fascia. Mentre la stragrande maggioranza sono rappresentati da dirigenti di terza fascia. Molti dei quali “creati” in una notte dalla famigerata “legge 10” che trasformò molti funzionari direttivi in dirigenti.

La presenza degli uffici regionali nel capoluogo, si traduce nella massiccia presenza di dipendenti regionali della provincia di Palermo. Sono 7647. Segue a ruota la provincia di Catania, con 1996 dipendenti, quella di Agrigento con 1801 e quella di Messina, con due dipendenti in meno. A Ragusa il minor numero di dipendenti regionali “distaccati”: sono seicento.

Ma per restare agli uffici centrali, dal report salta fuori che il dipartimento più affollato è nettamente quello delle “Acque e rifiuti” (la bellezza di 511 dipendenti). Staccati di molto il dipartimento Infrastrutture (284 dipendenti), i Beni culturali (244 esclusi soprintendenze e musei), Bilancio e Finanze (229), Ambiente (220), Interventi strutturali in agricoltura (219). A dire il vero, ha la valenza di dipartimento anche il Corpo forestale, che annovera, tra uffici centrali ed ispettorati ben 480 dipendenti.

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Centinaia, invece, i dipendenti regionali dislocati sul territorio dentro i musei e i parchi siciliani. E se al Museo regionale di storia naturale bastano 44 dipendenti, in giro per le province questi sono molti di più. In provincia di Agrigento, ad esempio, 66 lavorano al “Pirandello”, 68 al “Pietro Griffo”. Sono 55 i dipendenti regionali del Museo “Alessi” di Enna. Mentre nella stessa provincia, il Parco archeologico di Morgantina va avanti con un solo dirigente-dipendente. Sono 40 invece i lavoratori del museo della ceramica di Caltagirone, 72 quelli della biblioteca Longo di Messina, 48 quelli del Museo “Orsi” di siracusa e 55 quelli del “Piepoli” di Trapani. Ne bastano 12, a Ragusa, per tenere in piedi invece il museo regionale. Appena un decimo di quelli che riempiono l’ufficio Legislativo e legale della Regione.

Già, la Regione siciliana è piena di avvoati ed esperti di materie giuridiche: sono 102 quelli presenti appunto all’Ufficio legale di Palazzo d’Orleans. Alla presidenza invece fanno capo gli uffici di via Magliocco (46 dipendenti), trenta quelli dell’ufficio di Rappresentanza e cerimoniali.

Intanto, in certi uffici, sembra che i tagli non producano effetti tangibili. Nonostante l’annunciata (ma ancora, nei fatti, mai realizzata) riduzione delle auto blu (dovrebbero essere, stando all’ultima Finanziaria, solo appannaggio del governatore e degli assessori), ecco spuntare 127 dipendenti dell’autoparco regionale. E mistero nel mistero, ecco anche sei dipendenti all’Ufficio stampa e documentazione della Regione. Nonostante i 21 giornalisti che vi lavoravano siano stati licenziati in tronco da Crocetta.

Ma, come detto, la distruzione dei lavoratori regionali segue in alcuni casi logiche proprie. Così, ecco una miriade di uffici composti da appena due, o tre dipendenti. Quanto basta per far ricadere sulla regione, ovviamente, spese di gestione, bollette, affitti. Giusto per compiere una veloce carrellata: Soat di Favara (2 dipendenti), ufficio periferifco del demanio marittimo di Porto Empedocle (4), Soat di Delia (2), Soat di Mazzarino (3), Servizio Patrimonio faunistico e attività venatoria del dipartimento “Interventi strutturali in agricoltura” (3), Ufficio di Catania del Garante dei detenuti (3), Soat di Bronte (3), Soat di Enna (2), tutte le Soat del Messinese (tra 2 e 4 dipendenti).

Ma la Regione aveva pensato anche al modo per ridurre, nonostante questa costellazione di uffici, i consumi di energia. Per farlo, ovviamente, ha creato altri uffici. Tre dipendenti lavorano a quello “speciale per la riduzione dei consumi” a Catania, due nell’ufficio analogo di Palermo Mentre l’ufficio “unità operativa Sias di Catania”, che si occupa di assistenza tecnica in agricoltura, è composto da tre dipendenti. Due di questi, però, sono dirigenti. Che hanno quantomeno un dipendente da dirigere.

Non come nella Soat di Buseto Palazzolo. Lì, un solo dipendente alza e abbassa la saracinesca. E una volta dentro l’ufficio che rimarrà deserto, esclusa la sua presenza, può iniziare a dirigere se stesso. È infatti l’unico dipendente. E l’unico dirigente.

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02 Dicembre 2013, 06:00

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