Dal ’92 sequestri Dia per 14 mld | Convegno con Bindi e Sonia Alfano

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26 Novembre 2013, 15:40

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PALERMO – Un testo innovativo, frutto di un intenso lavoro parlamentare arricchito dai contributi di un centinaio di esperti e dalla piena collaborazione di 27 Stati membri che “segna una svolta epocale”, dice Sonia Alfano, presidente della commissione antimafia europea. Il testo unico elaborato dalla Crim (Commissione sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro), approvato lo scorso 23 ottobre dal Parlamento europeo, è stato presentato oggi a Villa Ahrens, sede della Dia di Palermo, in occasione della conferenza ‘Le mafie nel mirino dell’Europa’.

Tanti i punti cruciali contenuti all’interno della risoluzione. Dalla confisca e dal riutilizzo a scopi sociali dei patrimoni criminali al riconoscimento del reato di associazione mafiosa nei 27 Stati membri, dalle norme sulla trasparenza dei fondi pubblici all’incandidibilità dei condannati per reati gravi, dal contrasto al riciclaggio di denaro all’istituzione di una commissione parlamentare antimafia. “Per la prima volta – prosegue la Alfano -, l’Europa spinta da italiani ma soprattutto da siciliani è riuscita a comprendere l’importanza di sedersi attorno a un tavolo e a capire che non c’era più tempo da perdere. Il fenomeno mafioso è da sempre considerato una questione prettamente italiana, ma così non è”.

Il costo della corruzione secondo la commissione europea è di 120 miliardi di euro all’anno, di cui circa 60 miliardi per la sola Italia. “E’ una cifra al ribasso”, puntualizza la Alfano, che continua il suo intervento rivolgendo una stoccata amara “ad un certo tipo di politica, che edifica ostacoli su ostacoli e contrasta l’attività giudiziaria per perseguire gli interessi personali”. “Essere politici significa essere al servizio dei cittadini – prosegue la Alfano -, e soprattutto legislatori. Ci sono donne e uomini che si espongono quotidianamente, mettendo a rischio la propria vita per il Paese. Organismi come la Dia vanno sempre valorizzati e implementi. Basta tagliare sulla sicurezza”.

E sono state 3.600 le realtà criminali censite da Europol su tutti gli stati membri. Una cifra che fa riflettere e pone l’accento su “un unico denominatore chiamato ‘ndrangheta”. “La ‘ndrangheta, da sempre sottovalutata, è in realtà la forma più forte e temibile di criminalità, quella che paga in contanti – interviene Giuseppe Caruso, ex prefetto di Palermo e direttore dell’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati -. L’unica realtà che si può permettere di varare nuove rotte come quella di Rotterdam o di Anversa sotto gli occhi di tutti. Non dobbiamo certo aspettare un altra strage di Duisburg per capire gli investimenti che le mafie stanno facendo fuori dall’Italia”.

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“La presenza di tanti giovani oggi mi rende felice, molti di loro non erano ancora nati all’epoca dei fatti del ’92 e del ’93, ma quelle storie, quegli eventi bruciano ancora sulla nostra pelle – parla con un velo di commozione il padrone di casa, Arturo De Felice, direttore della Direzione investigativa antimafia -. Questa sede, che ci è stata concessa in uso gratuito dal demanio, è un classico esempio di risparmio di fondi pubblici, mentre altre sette sedi della Dia stanno per essere trasferite in beni demaniali con un risparmio considerevole che ci consentirà di acquisire tecnologia utile per contrastare la criminalità organizzata. In questi anni è stato fatto tanto – prosegue De Felice -, è stata data una grande mano di aiuto”.

E in effetti dati alla mano, dal 1992 ad oggi i beni sequestrati assommano a un valore stimato di oltre 14 miliardi e 475 milioni di euro, di cui 7 miliardi oggetto di confisca definitiva. Ma non è tutto. Sono state oltre 9 mila le ordinanze di custodia cautelare emesse.

L’ultima parola, invece, spetta a Rosy Bindi che prima di giungere a Villa Ahrens ha reso omaggio alle vittime di mafia al ‘Giardino della Memoria’: “Non bisogna mai abbassare la guardia – precisa il presidente della commissione parlamentare Antimafia -, le ultime minacce nei confronti di magistrati onesti, di uomini al servizio della legge ci preoccupano tanto ma dobbiamo tirare fuori la forza e la capacità di reagire. L’Europa è la nostra seconda patria e nel momento in cui le istituzioni non sono in grado di rispettare i diritti dei cittadini e proteggerli, quello è terreno fragile per il proliferare della mafia. Lì la criminalità affonda le radici”. Un grido d’aiuto, infine, quello lanciato alle istituzioni a margine dell’intervento per “creare un codice etico della politica nel rispetto di tutta quella parte di società che ha reagito e continua a reagire”.

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26 Novembre 2013, 15:40

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