16 Dicembre 2020, 18:35
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CATANIA – Ancora non è rientrato in Italia, Antonino Falzone, catturato nella cittadina tedesca di Heilbronn dalla polizia regionale Land BadenWürttemberg con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e della Dia.
Falzone, Nino Ballune nella malavita, è il nipote (acquisito) di Benedetto La Motta, il referente di Cosa Nostra nella cittadina ionica di Riposto. Il boss, quando nel 2017 va in carcere, lascia lo scettro del comando all’indagato ricercato dallo scorso settembre quando è scattato il blitz Iddu condotto dai carabinieri. Nelle varie intercettazioni che sono inserite nei faldoni dell’inchiesta coordinata dalla Dda etnea compare molte volte il nome di Falzone, quando si discute di ‘gerarchie’ criminali e anche quando si commentano notizie e fatti interni all’amministrazione comunale.
Falzone è l’unico nome che due mesi fa è mancato all’appello quando i carabinieri hanno eseguito la retata antimafia. Ma la sua ‘latitanza’ è durata lo spazio di pochissimi mesi. Nel marzo del 2018 il nipote del capomafia avrebbe lasciato la Sicilia “per paura di essere arrestato”. Almeno così annotano i magistrati negli atti giudiziari.
Un profilo da “criminale senza scrupoli” quello che emerge dalla lettura delle conversazioni captate. Quando un giorno, nell’inverno del 2018, i buttafuori di una discoteca di Milazzo lo fanno allontanare dal locale per i chiari segni di ebrezza, arrivato in macchina sbotta e si infuria. È pronto a prendere la pistola che ha nell’auto e a “sparare addosso a tutti”. Solo la fermezza della donna che lo accompagna ferma un’azione che poteva tramutarsi in un azione di fuoco.
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16 Dicembre 2020, 18:35