11 Aprile 2019, 12:46
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PALERMO – Dodici telecamere hanno spiato i dipendenti dei Comuni di Castelbuono e Collesano. Sono bastati pochi mesi di osservazione da parte dei carabinieri per fare emergere come scrive il giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese Michele Guarnotta, uno spaccato di “insensibilità e spregio delle basilari regole del vivere civile”. Si arrivava al lavoro in ritardo oppure neppure ci si andava, tanto qualcun altro timbrava il cartellino al posto degli assenti: secondo in militari della compagnia di Cefalù, era un’abitudine diffusa. Tanto diffusa da essere considerata una truffa. Invece di stare in ufficio i dipendenti se ne andavano in giro a sbrigare faccende personali: dagli acquisti al market alla messa in piega dal parrucchiere. Persino il capo dei vigili urbani di Colleasano è finito sotto inchiesta.
Nel caso di Castelbuono cinque telecamere sono state piazzate nel Palazzo di città in via Sant’Anna, tre alla biblioteca Badia di via Roma e due al Museo civico di piazza Castello.
In biblioteca lavorano rispettivamente dal 2002 e dal 2005 Nunzietta Fiasconaro e Antonietta Battaglia. Il loro contratto a tempo determinato è stato rinnovato fino ad oggi di anno in anno. I carabinieri hanno scoperto che si sarebbero scambiate i badge in modo da coprire i ritardi o le rispettive assenze dal posto di lavoro. Chi era presente timbrava per l’altra. Le assenze non giustificate per Battaglia ammonterebbero a 16 ore e 17 minuti con un danno di 256 euro, e a 55 ore e 24 minuti per Fiascinaro con un danno di 878 euro. Il monitoraggio dei carabinieri è avvenuto da fine aprile 2017 a fine giugno dello stesso anno. Durante l’orario di lavoro le dipendenti si sarebbero allontanate per fare la spesa in macelleria o dal fruttivendolo. Al danno patrimoniale, secondo gli investigatori, va aggiunto quello all’immagine subita dal Comune. Insomma, c’è materiale su cui lavoreranno anche i magistrati della procura regionale della Corte dei Conti.
In municipio lavora, con contratto a tempo indeterminato, Antonino Corradino. Le sue assenze ingiustificate ammontano a 28 ore (per un danno di 500 euro), tutte fra marzo a maggio 2017. Ore durante le quali è stato pedinato mentre si recava in un vivaio, al cimitero, al bar, dal parrucchiere o al Circolo della Musica. Spostamenti che nulla avevano a che fare con le esigenze di ufficio. Stessa cosa per il collega Giuseppe Cuschera, ma con un numero di euro molto più basso: 3 ore e 41 minuti con un danno di 65 euro. Al museo civico è in servizio Maria Di Garbo (2 ore di assenza per un danno di 32 euro). Fiasconaro ha anche timbrato il badge di Lucia Meli. È il gip ha sottolineare che “nonostante dagli atti emergano numerosi episodi in cui si è allontanata arbitrariamente dal lavoro” il pubblico ministero le ha contestato un solo episodio. Paola Sferruzza è in forza alla polizia urbana e amministrativa. Dal 2005 le viene rinnovato il contratto a tempo determinato. Le vengono contestate venti di ore di assenza tra aprile e giugno 2017 per 388 euro di danno. Era incaricata di controllare il mercatino rionale. Giò che c’era faceva acquisti e portava a casa la merce, o aiutava il compagno a riempire l’acqua. Sette ore di assenza e un danno di 270 euro in un mese per Santi Sottile.
Gli altri indagati lavorano al Comune di Collesano. Alcuni sono dipendenti, altri lavoratori socialmente utili impiegati nel “Progetto attività donne” finanziato dalla Regione siciliana. Virgilio Cannatella è un dipendente della polizia municipale. Le ore di assenza contestate sono 48 in quattro mesi (danno di 830 euro). Alcune delle quali utilizzate per comprare un televisore, fare la spesa o accompagnare la moglie a sbrigare le faccende domestiche. Ventidue ore di assenza per Maria Antonietta Signorello (è stata vista entrare in chiesa durante l’orario di lavoro).
Indagato anche Giuseppe Di Carlo, comandante della polizia municipale. Undici ore di assenza in un mese e mezzo (danno da 200 euro) senza alcuna giustificazione per sbrigare faccende personali, come recarsi in un laboratorio di analisi cliniche.
L’elenco degli indagati prosegue con Giuseppe Cirrito (12 ore), Carmelina Capitummino (Lsu che si occupa di assistenza agli anziani e ai disabili, 23 ore di assenze in un mese), Serafina Castellano (Lsu, “Progetto attività donne”, 21 ore di assenza in poco più di un mese), Rosa Guzzio (“Progetto donne”, risulta presente il 22 maggio 2017, ma in realtà non si è vista al lavoro) Ignazia Dragotto (“Progetto donne”, 17 ore di assenza, in un caso a timbrare il cartellino sarebbe stata la figlia) Vincenza Maranto (“Progetto donne”, 11 ore di assenza durante le quali è anche andata a casa a stendere la biancheria), Maria Pia Innamorato (“Progetto donne”, 35 ore di assenza), Anna Maria Dragotto (“Progetto donne”, un’ora di assenza fra il 12 e il 13 luglio 2017), Lucia Muta Scaffidi (“Progetto donne, due ore di assenza in sette giorni)”.
Episodi ripetuti in un ristretto arco temporale. È ipotizzabile, sostiene l’accusa, che se il monitoraggio fosse proseguito il numero di assenze sarebbe aumentato. Il materiale raccolto è stato ritenuto sufficiente alla Procura di Termini Imerese, guidata da Ambrogio Cartosio, per chiedere e ottenere una misura cautelare per quasi tutti gli indagati.
Sono stati sospesi per otto mesi Battaglia, Corradino, Fiasconaro, Sferruzza, Sottile, Cannatella, Signorello, Di Carlo e Cirrito. Obbligo di presentazione in caserma per Capitummino, Castellano, Dragotto, Maranto, Innamorato e Guzzio.
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11 Aprile 2019, 12:46