08 Luglio 2009, 19:24
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La disperazione per il lavoro perso ha il volto di G. L., giovane cenciaiolo di Palermo che nella notte tra l’1 e il 2 luglio, esasperato, si è buttato dal balcone della sua abitazione, a Bagheria. Un lancio nel vuoto che, fortunatamente, non gli è costato la vita, ma che lo costringe a letto in gravi condizioni per le fratture e il trauma cranico riportato. Non è facile accettare l’idea di essere rimasto senza lavoro da cinque mesi, con gli scioperi e le rassicurazioni che non portano il pane a casa, né limano tensioni e litigi con moglie e figli. La situazione si è fatta più critica nei giorni dell’emergenza rifiuti, quando il loro lavoro, peraltro ai limiti della legalità, è stato bloccato in seguito alle nuove leggi per le quali i cenciaioli avrebbero rischiato l’arresto se avessero continuato a raccogliere a domicilio i rifiuti differenziati. Questa sera, forse, arriverà per loro una buona notizia: “Presenteremo in Consiglio comunale un emendamento a una mozione per stipulare una convenzione che consenta loro di lavorare con mezzi adeguati – dice Fabrizio Ferrandelli, capogruppo dell’Idv – in esame ci sono 120 mezzi della Palermo Ambiente nuovi e mai usati che per mesi sono rimasti nei magazzini”. Camion con piattaforme appositamente pensate per la raccolta differenziata e che consentirebbero di sbloccare la trattativa tra Comune e categoria. Sulla convenzione ci sarebbe l’accordo di diversi capigruppo, anche della maggioranza, come Mimmo Russo, Sandro Oliveri e Giulio Tantillo, e per questo l’umore a Palazzo delle Aquile è improntato all’ottimismo. “La cooperativa non dovrà vantare credito col Comune perché sarà a costo zero”, dice Ferrandelli, che smentisce anche le polemiche dei giorni scorsi sul numero dei cenciaioli ‘moltiplicatisi’ alla notizia della costituzione di una cooperativa: “Posso confermare che sono e resteranno 78”.
Intanto, da un precedente incontro tra Amia e sindacati è emerso un chiarimento sul riassetto organizzativo. “Verrà potenziato il turno pomeridiano – assicura Riccardo Arquato, sindacalista della Cgil – ma sulla copertura assicurativa e il resto aspettiamo conferme. Non ci interessa salvare il salvabile e non è corretto fare pagare ai lavoratori danni del passato”
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08 Luglio 2009, 19:24