“Dal governatore | affermazioni gravissime”

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24 Agosto 2013, 15:26

4 min di lettura

Egregio Direttore,

ai sensi e per gli effetti delle leggi sulla stampa, Ti prego di pubblicare la presente lettera di rettifica delle affermazioni e delle informazioni FALSE E TENDENZIOSE, pubblicate nel corpo della intervista “a tutto campo” al governatore siciliano Rosario Crocetta, pubblicata il 23 agosto scorso.

Le affermazioni virgolettate attribuite al presidente della Regione, costituiscono infatti un grave travisamento di fatti che sono oggetto di numerosi procedimenti giudiziari e che – quindi – devono necessariamente essere ricondotte alla verità dei fatti.

1. E’ falso che i giornalisti dell’ufficio stampa “pretendano” di essere considerati dipendenti a tempo indeterminato. Lo sono – infatti – in forza delle leggi regionali in vigore e dei provvedimenti adottati, nel tempo, dall’amministrazione regionale. Lo ha SANCITO, senza alcuna perifrasi, il tribunale del lavoro di Palermo, nell’ambito della fase preliminare del giudizio aperto secondo le procedure previste dalla legge Fornero, con ordinanza depositata il 25 giugno 2013.

2. E’ falso che i componenti dell’ufficio stampa abbiano mai “preteso” la qualifica di redattore capo, che è stata attribuita ai giornalisti in servizio in esecuzione delle leggi regionali in vigore. Le stesse leggi che la presidenza della Regione avrebbe avuto la logica possibilità di modificare dinanzi al parlamento regionale. E che ha invece chiesto che vengano sottoposte a una valutazione di legittimità costituzionale. Se i giornalisti che il governatore ha “licenziato” retroattivamente e senza alcuna motivazione non sono ancora tornati al loro posto di lavoro, cioè è dovuto infatti SOLO ed ESCLUSIVAMENTE al fatto che la Regione abbia attivato il giudizio di costituzionalità, RINUNCIANDO alla sua prerogativa statutaria di modifica delle norme che attengono all’ordinamento del suo personale.

3. E’ falsa l’affermazione per cui i giornalisti abbiano rifiutato il confronto con il presidente e l’amministrazione regionale per discutere dei contenuti del loro contratto collettivo di lavoro aziendale. I singoli giornalisti, il comitato di redazione, il sindacato regionale e quello nazionale, non solo non hanno mai rifiutato di incontrare il governatore, ma – come risulta dagli atti dei numerosi processi aperti – è accaduto l’esatto contrario. Tant’è che il governatore è imputato di COMPORTAMENTO ANTISINDACALE. Il tribunale, in prima istanza, ha rigettato – il 10 gennaio – il ricorso dell’Assostampa, affermando che il rapporto di lavoro dei giornalisti fosse di collaborazione. Ma lo stesso tribunale del lavoro, ha intanto ha accertato che il rapporto di lavoro dei giornalisti era – indiscutibilmente – a tempo indeterminato. Circostanza che, in appello, avrà certamente un peso rilevante nella nuova analisi dei fatti. http://livesicilia.it/2013/01/10/legittimo-il-licenziamento-dei-giornalisti-respinto-ilricorso-degli-addetti-stampa-della-regione_242166/

4. E’ falso che il dialogo con il governatore sia stato impedito dalle “querele personali”  presentate. Basta verificare la sequenza dei fatti, per averne una piena consapevolezza. Questo aspetto, che riguarda specificamente la mia posizione, è quello che è certamente
più inquietante:
a. il presidente ha annunciato – nel corso di una conferenza stampa al Parlamento
europeo – il rientro in patria e il licenziamento del giornalista in servizio a Bruxelles in
occasione della sua prima missione nella capitale belga, subito dopo il 10 novembre
2012.
b. dopo questo primo “attacco” personale, ho indirizzato al presidente una lettera
riservata personale e la mia posizione è stata “sostenuta” dal cdr, dal sindacato e
dall’ordine regionale.
c. il 18 novembre il presidente ha specificato – a domenica in – che il mio licenziamento sarebbe stato motivato da assenteismo e “truffa”.
d. il 6 dicembre 2012, ho ricevuto una lettera di licenziamento a firma del governatore,
priva di qualsiasi motivazione.
e. il 9 dicembre Live Sicilia ha ospitato una mia lettera aperta in cui erano anticipati, punto per punto, i presupposti di legge che non permettevano il mio licenziamento, che – per inciso – non è mai stato motivato dalle accuse infamanti lanciate contro di me in televisione. http://livesicilia.it/2012/12/09/sono-un-giornalista-non-un-fannullone-e-crocetta-nonmi-puo-cacciare_227488/
f. solo il 12 gennaio – un mese dopo il licenziamento – ho presentato formale querela per diffamazione, calunnia e abuso di potere e falso ideologico, nei confronti di una serie di persone, tra cui il presidente della Regione. E Live Sicilia ne ha dato conto. http://livesicilia.it/2013/01/12/gregorio-arena-querela-crocetta-su-di-me-accuseinfamanti_243611/

In allegato, invio l’ordinanza del tribunale di Palermo e copia della lettera di “licenziamento”, in cui le date sono stampigliate sui timbri dei rispettivi registri di protocollo.

La corretta ricostruzione cronologica dei fatti – a prescindere dalle argomentazioni che ciascuno può mettere in campo – dimostra con chiarezza chi ha aggredito e chi si è difeso. E con quali modalità. Come ha affermato il Codacons qualche giorno fa, a questo punto della vicenda l’unico fatto certo è che la Regione, comunque vada, dovrà pagare un maxi risarcimento.
http://livesicilia.it/2013/08/20/ufficio-stampa-la-regione-rischia-un-maxi-risarcimento_361627/
Personalmente sono lieto del fatto che – finalmente – il presidente abbia deciso di farsi assistere non da improvvisati consulenti, ma dall’ufficio legislativo e legale della Presidenza. Forse, finalmente, qualcuno sarà in grado di spiegargli che – in questa vicenda – è stato indotto in errore da chi lo ha male informato e mal consigliato.

Gregorio Arena

Pubblicato il

24 Agosto 2013, 15:26

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