05 Marzo 2019, 07:13
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PALERMO – Alle elezioni politiche dello scorso marzo anche un recordman di voti come lui fu spazzato via dall’avanzata dei grillini. Paolo Ruggirello fallì la corsa al Senato, candidato nel centrosinistra in un collegio uninominale. L’ultima sua collocazione politica è fra i renziani di Sicilia che hanno spinto Davide Faraone alla segreteria regionale del Pd, partito a cui Ruggirello ha aderito dopo essere stato eletto all’Ars nella lista “Nello Musumeci. Quindi il passaggio ad Articolo 4 e infine nel Pd.
Ruggirello è un cognome stranoto nel Trapanese. È figlio di Giuseppe, un piccolo imprenditore edile che fra gli anni Settanta e Ottanta riesce a farsi largo nel mondo degli appalti e si ritrova banchiere della Banca industriale trapanese. L’immagine principale della scalata di papà Giuseppe è la presidenza del Trapani Calcio. Poi, arrivano i sospetti. In un vecchio rapporto della finanza si parla dei rapporti del banchiere con la mafia.
Ruggirello lascia tutto. Qualche anno dopo è di nuovo in pista, nominato vice presidente della Fondazione Banco di Sicilia. Ritrova un vecchio compagno di avventura politica e cioè Bartolo Pellegrino, che anni prima ha appoggiato nella corsa all’Ars e che ora è diventato assessore regionale. Poi, decide di rompere con Nuova Sicilia, il partito di Pellegrino, per fondarne uno in proprio. Dopo avere comprato una televisione – Video Sicilia – Giuseppe Ruggirello muore nel 1995.
A scendere in politica è la figlia Bice che nel 2001 è la prima dei non eletti del Ccd di Pieferdinando Casini. Poi, le cose cambiano. Il politico di famiglia diventa Paolo, che è stato anche presidente del Paceco Calcio. Nel 2006 Bartolo Pellegrino, tornato assessore regionale al Territorio e Ambiente nel governo di Totò Cuffaro, sceglie Paolo per la sua segretaria particolare. Pellegrino inciampa in una intercettazione in cui parlava di “sbirri” riferendosi alla polizia e in un processo per mafia. Alla fine verrà assolto.
Paolo Ruggeriello sposa così il progetto autonomista di Lombardo e nel 2012 viene eletto all’Ars con diecimila voti. Lascia gli autonomisti al seguito di Lino Leanza, approdando nella creatura del politico di Maletto, Articolo 4. Insieme ad altri quattro deputati provenienti da quell’esperienza approda nel Pd, a rafforzare le file dei renziani. È il 2015: tra quelle new entry c’è anche Raffaele Nicotra, arrestato pochi mesi fa con l’accusa di concorso esterno in mafia e voto di scambio. Ruggirello ci riprova senza successo con il Pd nel 2017 alla Regione e un anno fa al Senato ma resta fuori dalle Istituzioni.
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05 Marzo 2019, 07:13