Dal palco dello Stabile |il grido d’allarme per i teatri

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01 Marzo 2014, 09:14

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CATANIA – I tagli indiscriminati fatti negli ultimi anni dalla Regione Siciliana ai teatri, stanno mettendo in ginocchio i nostri beni più preziosi. Il Teatro Stabile ed il Teatro Massimo Vincenzo Bellini, sono a rischio”.  Il grido d’allarme stavolta non è partito da una qualunque sala conferenze, ma dal palco dello Stabile, dove la Slc Cgil (il sindacato dei lavoratori della comunicazione) ha scelto di tenere la prima parte del suo congresso provinciale, con tanto di partecipazione musicale di alcuni artisti, conclusosi oggi nella sala Russo di via Crociferi al termine di una due giorni di lavori molto intensi. L’uscente Davide Foti è stato riconfermato segretario generale della categoria. Ai lavori hanno partecipato, tra gli altri, anche il segretario generale della Camera del lavoro Angelo Villari, il segretario confederale della Cgil Giovanni Pistorio e il segretario nazionale Slc Michele Azzola.

“Da anni ci battiamo per fare in modo che anche la Regione Siciliana possa dotarsi, per l’erogazione dei contributi, di leggi e regolamenti di settore che premino la qualità ed il servizio. – ha detto Foti- La discrezionalità, nell’erogazione dei contributi, che ha permesso il proliferare di clientele, sperperi e sprechi va eliminata”. Il congresso è stato anche un’occasione per discutere di proposte. “Come quella della creazione del Politecnico della cultura È una nostra proposta, ci crediamo parecchio. Il teatro pubblico, quello privato ed il teatro sociale, possono fare sistema ed agire sinergicamente per determinare la crescita dell’offerta che sempre più si può attestare su parametri di eccellenza, e possono contribuire in maniera determinante alla riduzione degli sprechi. Anche la creazione del Fores, il fondo per lo spettacolo regionale, è stata una delle idee sulla quale ci siamo impegnati ed è grazie alla buona politica che questa idea ha potuto essere realizzata. Adesso bisogna fare in modo che la Regione Siciliana si possa dotare di un regolamento organico per l’assegnazione dei contributi agli enti culturali”. Il dibattito ha anche affrontato le problematiche legate ad altri settori delicati: dai lavoratori catanesi dei call center, drammaticamente tagliati fuori dalla delocalizzazione (“ siamo però riusciti ad ottenere una audizione con il presidente della commissione lavoro della Camera dei deputati , Damiano)”, alle gravi difficoltà che investono le emittenze private (“Nonostante le continue riforme, non esistono ammortizzatori sociali adeguati alle necessità dei lavoratori delle emittenze private e dello spettacolo e questa rimane una vergogna nazionale. Ricordiamo che 28 lavoratori di Antenna Sicilia hanno perso il posto di lavoro”). Secondo la Slc Cgil “c’è in gioco un modello di città – sottolinea il confederale Giovanni Pistorio- che va ripensato nel senso della sostenibilità, dei servizi realmente a favore dei cittadini. Ecco ad esempio cos’è per noi la smart city”:

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Per Angelo Villari, “la Slc è una categoria che forse più di altre è riuscita ad incardinare una dura battaglia contro il lavoro povero, contro le delocalizzazioni e a sincera difesa della cultura. Anche la Cgil le si affianca nel richiedere al governo regionale un piano che garantisca sostegno economico alle istituzioni culturali, nonché un consiglio di amministrazione per il Teatro Bellini”. Sulla stessa linea il commento del nazionale Azzola che non ha esitato a definire la Slc Cgil di Catania, “un laboratorio sindacale che può essere preso d’esempio, soprattutto quando si guarda alla tutela dei lavoratori a progetto dei call center”.

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01 Marzo 2014, 09:14

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