04 Agosto 2013, 17:55
3 min di lettura
CATANIA. Da domani la candidatura di Giovanni Pistorio ai vertici della segreteria siciliana dello scudocrociato sarà realtà. Giampiero D’Alia, ministro della Funzione Pubblica, ha fatto a sapere a LiveSiciliaCatania, che in sede di comitato regionale, sarà lui stesso a lanciare il nome dell’ormai senatore autonomista alla guida dell’Udc isolano. Una scelta da leggere sulla scorta di una “ristrutturazione” generale, sul territorio siciliano, della compagine centrista guidata da Cesa e Casini: “Abbiamo intrapreso -spiega D’Alia- un processo di riorganizzazione interna, legato, ovviamente, al fatto che io non posso impegnare contemporaneamente due incarichi: quello di ministro e quello di segretario regionale. Con il segretario Cesa – fa sapere- abbiamo già individuato delle soluzioni di governo nel partito. La proposta che consegnerò domani agli amici dell’Udc è di sostituirmi con Giovanni Pistorio, una persona -sottolinea il Ministro- che dal punto di vista politico e morale, ha tutte le capacità per poter svolgere questo difficile, ma importante, incarico”.
L’ormai certa nomina di Giovanni Pistorio alla segreteria regionale, ma anche quella del deputato Ars Nicola D’Agostino a commissario della federazione aretusea del partito, sembrano sancire il ruolo decisivo dell’ex componente autonomista all’interno della compagine Udc. Una conquista di posizioni benedetta senza alcun tentennamento da Giampiero D’Alia: “Non dobbiamo in alcun modo dimenticare che Pistorio è stato uno dei fondatori dell’Udc italiano. È stato un giovane democristiano che si ha sempre riconosciuto in questa tradizione”. Per il ministro della Funzione pubblica, dunque, rimarcare la militanza autonomista del futuro segretario regionale ha il valore di una polemica inutile: “Insomma, si è già candidato nell’Udc alle scorse politiche, continuare parlare della preistoria politica di Pistorio – ammonisce D’Alia- non serve a nessuno”.
Stesso criterio vale per nomina di Serafina Perra, ex assessore provinciale alla cultura in quota Mpa, sotto la presidenza Lombardo, a commissario catanese dell’Udc: “Abbiamo voluto puntare – chiosa D’Alia- su di una donna brava, che ha un grande senso delle istituzioni”. È la stessa Perra, però, a voler rivendicare la propria militanza politica al fianco del leader di Grammichele: “Quella è stata sicuramente una bella esperienza, ci tengo a precisarlo e mi pare giusto che si sappia. Una esperienza – chiosa- che mi ha formata politicamente”. Una fase però terminata, almeno ufficialmente, solo dopo il voto di febbraio: “È finita – rivela la Perra a LiveSiciliaCatania- perché alcuni obiettivi di Raffaele non erano più i miei e non ho più condiviso alcune cose. Al Senato – continua- ho votato e ho fatto votare per quella che secondo me era l’opzione più giusta, cioè per l’Udc. Da lì – conclude il nuovo commissario dello scudo crociato etneo- è iniziato il distacco”.
La storia dei rapporti tra Udc e l’area autonomista, e del relativo travaso della classe dirigente, va però inquadrata nel progetto politico di Raffaele Lombardo. “L’Mpa sarebbe dovuta stare all’Udc, come i cristiano sociali bavaresi stanno alla Cdu tedesca”, questa è l’equazione che Santo Primavera, esperto di lobbying ed ex autonomista, oggi dirigente dell’Udc, propone a LiveSiciliaCatania. “La vicenda dell’Mpa – continua- non può che essere letta all’interno del contesto democristiano e popolare, una storia che appartiene egualmente ad entrambe le sigle. Certo è però che la gestione amministrativa del centrodestra in Sicilia, segnata dalla compagine di Raffaele Lombardo, è risultata fallimentare. Una consapevolezza che ha portato un parte dello stesso Mpa a staccarsi dall’esperienza berlusconiana”. Anche per Primavera, dunque, l’Udc è la dimora naturale degli ex lombardiani: “Il nostro è un partito di chiara tradizione ecumenica, e gente come Pistorio o la Perra, hanno tutte le carte in regola per far crescere il partito in Sicilia”.
Pubblicato il
04 Agosto 2013, 17:55