D’Alia: “Populismo dal 5 Stelle |Si comportano da irresponsabili”

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29 Gennaio 2013, 20:08

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PALERMO – La sede è quella scelta come quartier generale da Rosario Crocetta. E prima di lui, da Leoluca Orlando. Insomma, non c’è dubbio che porti bene. “Un po’ di scaramanzia non guasta”, commenta Gianpiero D’Alia. È l’inaugurazione della campagna elettorale dell’Udc. E il coordinatore regionale, però, ha altro a cui pensare. Altro che scaramanzia. All’Ars, il Movimento cinque stelle ha creato lo “strappo”. Fine della “luna di miele” col governo Crocetta. E Dpef che si arena contro l’assenza del numero legale favorita dai grillini. E a loro, D’Alia non risparmia certamente parole dure. Durissime. “Le cialtronate populiste – ha commentato D’Alia – durano lo spazio di un mattino, ma con il futuro della Sicilia non si può scherzare. Per questa ragione chiediamo al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e al Pd un incontro urgente affinché si approvi in tempi rapidissimi il Dpef”. La linea del rigore e del risanamento, necessaria alla Sicilia, – ha proseguito – non può essere messa in discussione né a repentaglio dal populismo di mani incerte come quelle del Movimento Cinque Stelle, alla ricerca di visibilità per la campagna elettorale. Evidentemente i grillini – ha concluso – pensano di prendere voti bloccando la Regione. Un comportamento da irresponsabili”.

E così, all’Udc è toccato il compito di richiamare la maggioranza all’unità. Mentre, a dire il vero, le elezioni politiche portano altrove. Il Pd e il Megafono del governatore, infatti, saranno avversari. “Nessuna contraddizione – spiega D’Alia – l’accordo alla Regione ha ragioni politiche (un’alleanza che escludesse le ali estreme della sinitra) e di merito: la lotta alla criminalità, il rigore, lo sviluppo. Ma per le Politiche, il Pd ha fatto scelte diverse. Ha deciso – prosegue – di allearsi con Sel. E sono certo che l’ingresso nell’agone politico del movimento di Ingroia, spingerà il Pd a scelte politiche sempre più estremiste”. Il presente, per l’Udc, ha il volto di Mario Monti. “Vogliamo proporre un programma – dice D’Alia – alternativa alla sinistra che ha scelto di andare a braccetto con Vendola, e al centrodestra che per anni ha raccontato bugie agli italiani, finendo, con l’accordo con la Lega Nord per allearsi con i nemici della Sicilia. Monti – precisa – ha avuto il coraggio di fare quello che la politica per tanti anni avrebbe dovuto fare”.

Ma gli ultimi giorni sono stati scanditi anche dalla polemica sul “passato”. Ingroia ha ricordato a Casini, infatti, la vecchia amicizia politica con Totò Cuffaro. E Orlando ha rincarato la dose. “Ma Orlando, così come Cuffaro – ha replicato D’Alia – appartiene alla preistoria. Mentre Ingroia, scegliendo di candidarsi in Sicilia, dove ha svolto fino a ieri il lavoro di pm, e dove sa di non poter essere eletto per legge, è stato quantomeno inopportuno”. Ma nelle prime file, ecco gli assessori Cartabellotta, Bonafede e Valenti, che hanno ricoperto incarichi importanti proprio durante l’era di Cuffaro. “Si tratta – puntualizza però D’Alia – di gente perbene e capace. Certi riferimenti sono degni delle Purghe staliniane”. E gli assessori “in quota Udc”, sono sulla medesima lunghezza d’onda: “Io sono stato – dice Dario Cartabellotta – dirigente generale con Cuffaro, direttore dell’Istituto Vino e Olio con Lombardo, assessore con Crocetta. Io sono stato assunto dalla Regione siciliana. E ho lavorato con ogni presidente”. Per Ester Bonafede, invece, il continuo riferimento a quel periodo rischia di far passare quell’esperienza come “un marchio di infamia. È ora di smetterla – spiega – di andare avanti con gli stereotipi. Sarebbe giunto il momento di giudicare gli amministratori per quello che fanno. Noi lavoriamo tanto, tantissimo. E siamo persone serie. E poi, diciamolo chiaramente: c’era qualcuno, tra quanti hanno ricoperto ruoli nel passato, che non abbiano conosciuto Cuffaro?”.

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29 Gennaio 2013, 20:08

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