27 Gennaio 2021, 17:45
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CATANIA. “Basta! Dall’1 febbraio riapriamo”. Questo lo slogan che ha accompagnato la manifestazione dei ristoratori e di tutti gli operatori del mondo della somministrazione. Stamattina, in via Etnea, hanno protestato contro la zona rossa e la chiusura di bar, ristoranti, pizzerie e altre attività di somministrazione i rappresentanti di FIPE Confcommercio.
Presenti alla manifestazione il presidente di Confcommercio Catania Pietro Agen, il presidente di FIPEConfcommercio provinciale e regionale Dario Pistorio e il presidente di FIPEConfcommercio Catania Dario Trimboli.
Chiedono, al Governo nazionale e a quello regionale, di poter tornare a lavorare.
“Ristoranti, bar e negozi non sono luoghi primari di trasmissione del Covid, come sostenuto dall’OMS – dicono in coro i rappresentanti di FIPE Confcommercio presenti in via Etnea – il contagio da Covid è più pericoloso in riunioni presso prime o seconde case dove è impossibile esercitare il controllo da parte delle forze dell’ordine”.
Dito puntato anche sulla riduzione degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali.
“Basta percorrere via Etnea per vedere una città morta, un territorio morto – dice Pietro Agen – noi chiediamo di rispettare le regole di essere assolutamente attenti, ma no si può più pensare di tenere i bar, i ristoranti e i negozi d’abbigliamento chiusi. Non ha più senso.”
La Confcommercio è in attesa, in tempi brevissimi, di una risposta dalla Regione sul passaggio da zona rossa a quella arancione.
“Chiaramente non basta il passaggio da zona rossa ad arancione – aggiunge Agen – bisognerà trovare un modo, qualsiasi modo, per ritornare a lavorare con tutte le restrizioni previste contro il Covid-19. Ma non capisco più perché sulle autostrade si può servire al banco e in via Etnea no”.
La FIPEConfcommercio ristoratori precisa la penalizzazione della categoria.
“Non è giusto penalizzare solo alcune categorie, mentre davanti a poste, banche, patronati e uffici si verificano assembramenti – aggiungono alcuni ristoratori – e non ha senso chiudere tutte le attività commerciali e lasciare incontrollati i trasporti pubblici, che restano il primo vero grande veicolo di diffusione del Covid. Non possiamo pagare contributi, affitti, personale, utenze e tasse in quanto le nostre attività hanno aperto in maniera discontinua senza produrre un reddito reale”.
Nella vicina piazza Stesicoro un’altra manifestazione di ristoratori indipendenti.
Il loro presidente è Roberto Tudisco. Già un centinaio gli esercenti che hanno aderito alla neonata associazione “Ristoratori Siciliani Indipendenti”. “Abbandonati, puniti e ridotti alla fame sia noi, con le nostre famiglie, sia i nostri dipendenti – dichiara Tudisco – abbandonati da tutti anche dalle associazioni di categoria che avrebbero dovuto sostenerci”.
Altre manifestazioni di protesta sono in programma nei prossimi giorni.
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27 Gennaio 2021, 17:45