08 Febbraio 2018, 15:26
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PALERMO – Mostre, eventi, concerti, nomi d’eccezione e un flusso turistico che, nelle previsioni, dovrebbe arrivare a raggiungere i sei zeri. Il 2018 potrebbe essere per Palermo un anno da ricordare: il capoluogo siciliano, infatti, non sarà solo Capitale italiana della cultura ma anche sede di Manifesta, la biennale d’arte itinerante che, a San Pietroburgo, ha portato fino a un milione di visitatori. Mesi che potrebbero servire alla città per conquistare una nuova immagine a livello internazionale e attivare investimenti milionari, dando al tempo stesso una boccata d’ossigeno all’indotto culturale e turistico.
Una scommessa su cui l’amministrazione comunale punta con tutte le sue energie, ma che inevitabilmente deve fare i conti con criticità annose e mai risolte come quelle dell’acqua e dei rifiuti. Perché nell’anno della possibile consacrazione nel campo dell’arte e della cultura, Palermo deve fare i conti con l’incubo di una Bellolampo satura e di un razionamento idrico che getterebbero ristoranti, bar e strutture ricettive nel caos con buona pace dei sogni di gloria e di riscatto del capoluogo.
Il sindaco Orlando lo sa bene: non è un mistero che l’Amap attenda la dichiarazione d’emergenza per chiudere i rubinetti a giorni alterni e che l’amministrazione comunale insista per accelerare la realizzazione della settima vasca in discarica, magari attraverso la nomina di un commissario per l’emergenza. Obiettivi raggiungibili solo con intese di ferro con la Regione e soprattutto con Roma.
“Stiamo cercando, attraverso anche la sinergia tra istituzioni, di mettere a sistema tutta una serie di iniziative e realtà che ci sono in città – dice Francesco Bertolino, consigliere orlandiano e presidente della commissione Cultura di Palazzo delle Aquile -. Detto questo, non significa che non ci sono problemi e che le cose non potrebbero funzionare meglio, ma penso che si siano fatti grandi passi avanti. Per parlare di biglietto unico nei musei abbiamo messo intorno a uno stesso tavolo Curia, Comune, Provincia e altre istituzioni. Tra questi tavoli a margine si parla anche di rifiuti e di trasporto pubblico. Questo, al di là di benefici immediati, produrrà un cambiamento culturale”.
Insomma, quella di Palermo sembra una corsa contro il tempo e soprattutto una sfida per fare in modo che i sogni di gloria non siano rovinati dalla mancanza d’acqua o dai troppi rifiuti. Un auspicio fatto proprio, anzitutto, da commercianti e albergatori. “Mi piacerebbe che si potesse dire tra un anno che Palermo è diventata una città modello dal punto di vista culturale – dice Mario Attinasi, presidente di Confesercenti Palermo –, il titolo di Capitale della cultura rappresenta una straordinaria opportunità per il territorio e bisogna essere bravi a coglierla, dato che la cultura ha sempre rappresentato un patrimonio di un valore assoluto per tutte le attività, anche per quelle economiche”. Un rilancio che, per Attinasi, passa dal “fare sistema, coinvolgendo sia il pubblico che il privato. Non si può arrivare a questo appuntamento impreparati, essere Capitale della cultura comporterà un aumento dei flussi turistici nel territorio e si deve investire sotto tutti i punti di vista, dal decoro al sistema di mobilità, ai parcheggi”. Ma questa preparazione per Attinasi può arrivare solo da un “cambiamento culturale: se parliamo di rilancio dell’economia, non ci sarà nessuna ripresa se non si pensa un nuovo modello fiscale, il blocco dell’emorragia di giovani che vanno a lavorare fuori dalla Sicilia e una maggiore lotta al fenomeno dell’abusivismo”.
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08 Febbraio 2018, 15:26