I casi Monterosso e Ingroia | Resa dei conti per il cerchio magico

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11 Maggio 2015, 13:37

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PALERMO – La resa dei conti per il cerchio magico di Crocetta scatterà in questi giorni. Entro il 20 maggio prossimo, la Procura della Corte dei conti tornerà sui “casi” Monterosso e Ingroia. Nel primo, si attende infatti la sentenza della Procura generale sulla vicenda degli “extrabudget” nella Formazione, che investe anche l’ex governatore Lombardo e alcuni suoi assessori. Nel secondo, ecco la nuova udienza sulle assunzioni a Sicilia e-Servizi. Per le quali l’ex pm è stato citato giudizio dai magistrati contabili, proprio insieme al governatore.

Uno spartiacque, quello segnato dai giorni che verranno, per il presidente che ha fatto della lotta alla “manciugghia” e agli sprechi, un mantra più o meno al servizio delle televisioni nazionali. Perché nel frattempo, nel caso di Patrizia Monterosso, ad esempio, Rosario Crocetta ha portato avanti una difesa netta e incrollabile. Provocando anche la reazione del presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, Luciana Savagnone, che in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ha “censurato” il presidente della Regione per la sua tendenza a minimizzare la sentenza di primo grado della Procura contabile. Una pronuncia che, per Crocetta, avrebbe il valore di una multa, o poco più. Ma con la quale i magistrati di via Cordova hanno chiesto all’attuale capo della burocrazia regionale un “risarcimento” di 1,3 milioni di euro. Da dirigente generale del dipartimento della Formazione, infatti, secondo i giudici di primo grado, Patrizia Monterosso avrebbe consentito e favorito il sistema delle erogazioni “extrabudget”. Somme destinate agli enti con le quali venivano “integrati” i contributi previsti dal Piano regionale dell’offerta formativa. In maniera illegittima, secondo la Procura della Corte. L’ultima udienza di fronte ai Procuratori, è stata celebrata lo scorso 24 marzo. In quell’occasione, Patrizia Monterosso è stata difesa dal marito Claudio Alongi (oggi anche commissario dell’Aran) e dal legale Giovanni Immordino.

Accuse ovviamente tutte da dimostrare. Ma già alla base di veementi proteste anche a Sala d’Ercole. Dove da tempo ormai prende polvere una mozione di censura nei confronti di Patrizia Monterosso, presentata dal gruppo del Movimento cinque stelle e dal deputato dell’Mpa Giovanni Greco. Una mozione, però, finora sommersa in fondo agli ordini del giorno dell’Ars e mai trattata. Ma che difficilmente, di fronte all’ipotesi di una condanna “in appello” potrebbe essere ancora ignorata dall’Assemblea regionale. Intanto, proprio all’Ars, nei giorni scorsi, il segretario generale di Crocetta è apparso meno presente del solito. Una partecipazione molto “sobria” ai lavori della Finanziaria. Una impressione confermata anche, ad esempio, in occasione di recenti apparizioni pubbliche di Crocetta, come nel caso della conferenza stampa convocata per chiarire il “caso Expo”. La plenipotenziaria di Palazzo d’Orleans, in passato quasi sempre al fianco del presidente, è apparsa quasi “invisibile”. Un atteggiamento che ha spinto qualcuno a intravedere un primo, apparente tentativo del governatore di prendere le distanze dalla burocrate.

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Intanto, però, Crocetta ha anche altro a cui pensare. In particolare all’udienza sempre di fronte alla Procura contabile, prevista per il 20 maggio prossimo. Insieme all’ex pm Ingroia, infatti, dovrà rispondere del presunto danno erariale legato alle assunzioni di 76 ex dipendenti del socio privato nella “nuova” società “Sicilia e-Servizi”, oggi interamente a capitale pubblico. Assunzioni che erano state avallate dall’Avvocato dello Stato Giuseppe Dell’Aira. Anche quest’ultimo è finito tra gli indagati della Procura contabile. La colpa maggiore, stando agli atti che accusano Crocetta, Ingroia e che hanno portato alla stima di un presunto danno erariale da un milione di euro che coinvolge anche alcuni ex assessori, starebbe proprio nel fatto di avere avallato “un reclutamento di massa ‘al buio’, rinnegando un esplicito divieto legale dai medesimi ribadito pochi mesi prima”. Ribadito non solo con intenzioni vaghe o con annunci informali. Ma anche con la creazione di un Ufficio speciale che si sarebbe dovuto occupare dell’informatica. Ufficio che nell’ultima Finanziaria avrebbe dovuto “traslocare” all’assessorato alle Infrastrutture. Ma non solo. La norma, pensata dal governo, avrebbe dovuto consentire l’utilizzo del personale regionale proprio nell’azienda dell’Informatica, al posto degli ex dipendenti del socio privato. “Al fine di provvedere alla sostituzione del personale a tempo determinato impiegato dalla società in house Sicilia e-Servizi, – recitava un articolo della legge di stabilità – i dipendenti regionali in possesso di specifiche competenze tecnico-informatiche, correlate alle attività della società, già assegnati all’Ufficio (regionale dell’informatica, ndr), possono essere utilizzati in assegnazione temporanea, ai sensi dei vigenti contratti collettivi regionali di lavoro, dalla società in house Sicilia e-Servizi, in base al fabbisogno dalla stessa rilevato”. Un tentativo evidente, quello del governo, di “neutralizzare” i possibili effetti dell’indagine dei magistrati contabili.

Alla quale, a dire il vero, si è aggiunta quella della Procura di Palermo. Ma quella norma in Finanziaria è stata “bocciata” dall’Ars. Una “trappola” che mette alle strette governatore ed ex pm. Sicilia e-Servizi, anche nel piano di riordino delle Partecipate all’esame del governo, è considerata una società “strategica”. Una delle due partecipate che certamente resterà in piedi. Ma chi lavorerà in quell’azienda?

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11 Maggio 2015, 13:37

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