Nell’ufficio del provveditore |”Presidio permanente”

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31 Agosto 2009, 21:47

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A ridosso dell’inizio dell’anno scolastico, la mobilitazione degli insegnanti precari in Sicilia comincia a farsi sentire. A Palermo, dove la stanza del provveditore è stata occupata, ma anche a Catania e a Messina con manifestazioni e sit in. Tutti contro la legge Gelmini che prevede “7.200 precari in Sicilia senza rinnovo di contratto, di cui 1.300 solamente a Palermo, tra docenti e personale Ata” secondo i manifestanti.

Stamane una delegazione degli insegnanti precari con i sindacati e rappresentanti dei partiti di opposizione (Pd, Idv, Prc) hanno incontrato il provveditore di Palermo, Rosario Leone. “Abbiamo parlato – racconta Caterina Altamore, rappresentante degli insegnanti precari – e il proveditore ha condiviso con noi lo stato di preoccupazione anche perché i tagli di quest’anno sono solo la prima tranche, nei prossimi due anni ce ne toccano di più consistenti”. Il provveditore avrebbe richiesto un “impegno politico e sindacale” per la risoluzione di un problema che può avvenire solo “tornando indietro sulla riforma”.

Anche perché l’accordo fra Regione siciliana e Miur, finanziato con fondi Por e Pon, che “salva” 1.800 posti di lavoro non è mai stato attuato. “L’accordo è stato annunciato ma non c’è nulla in realtà – continua la Altamore – in ogni caso 1.800 posti su 7.200 che se ne perdono è un contentino”. E mentre è già sera il terzo piano della dell’Usp di via Praga a Palermo, è pieno di fermento. Dal pomeriggio i sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Snals) occupano la stanza del provveditore. I manifestanti chiedono più che salvare il posto, chiedono di non dequalificare la scuola pubblica. “Hanno avviato corsi di inglese per insegnanti che non l’hanno mai parlato – conclude Caterina Altamore – adesso loro dovranno insegnarlo agli alunni…”.

Il  presidio sarà permanente almeno fino all’11 settembre. Tre persone sono in sciopero della fame. Giovanna Bonafede, insegnante e rappresentante della Cgil, parla di “catastrofe” di “tagli dequalificanti” su una scuola pubblica “che tutta Europa ci invidia”. “Se non credessimo che le cose possano cambiare non staremmo qui” risponde alla domanda se esiste una possibilità di cambiare ciò che la legge Gelmini impone . “Continueremo il presidio e chiederemo incontri col prefetto, con i deputati dell’Ars e con quelli nazionali – continua – questo problema può risolversi solo a livello politico”. E spiega anche quali situazioni si stanno venendo a creare. “Esistono famiglie in cui i coniugi sono ambedue insegnanti precari, magari hanno fatto un mutuo o hanno figli, e loro, quest’anno, sono a reddito zero”.

A Catania gli insegnanti precari hanno fatto una manifestazione davanti alla sede del provveditorato agli studi di via Coviello. Mentre a Messina hanno dato vita a un sit-in a cui hanno partecipato circa mille tra docenti e personale Ata.

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31 Agosto 2009, 21:47

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