09 Agosto 2014, 20:50
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PALERMO – “La manovra regge”. Ventuno articoli impugnati, ma per Crocetta erano solo “norme volute dai deputati e che il prefetto ha fatto bene ad eliminare”. Negli ultimi mesi il commissario dello Stato con i ricorsi non c’è andato certo per il sottile, e anche se non si è risparmiato nemmeno stavolta, per il governo la terza manovra finanziaria in meno di un anno resta comunque un successo. La copertura finanziaria, in effetti, regge. Così come gli accantonamenti per il ripianamento del disavanzo e l’abbattimento dei residui attivi (quasi 464 milioni di euro). Per il presidente della Regione è questo che conta: entrate e uscite del Bilancio regionale sono “veritiere” e le spese “corrette”. Ma la tra i ventuno articoli impugnati ci sono sempre le solite cose. Ad esempio gli ormai famosi contributi a pioggia. Più alcune novità, che in realtà aveva voluto fortemente lo stesso Crocetta: tra queste, salta parte della norma sul contributo di solidarietà sulle pensioni da oltre 50.000 euro e l’articolo che prevede l’affidamento del servizio idrico ai Comuni. Ecco, punto per punto, le norme cassate dal commissario dello Stato.
Acqua ai Comuni
La dotazione finanziaria resta: 6 milioni e mezzo di euro andranno a copertura dei costi del servizio idrico. Ma l’essenza dell’articolo era un’altra. E prevedeva che dove gli Ato idrici sono falliti i Comuni siciliani potessero prendere in mano la gestione del servizio di erogazione dell’acqua e utilizzare il personale già in servizio. Una norma che per il commissario dello Stato è “in contrasto con il principio di unitarietà del servizio idrico e, nell’ammettere la forma singola in alternativa a quella associata nella gestione del servizio costituisce un evidente “vulnus” alle sfere di competenza attribuite allo Stato. La stessa disposizione inoltre – scrive Aronica -, nel consentire la gestione diretta del servizio in capo ai singoli e/o associati enti civici, introduce una modalità di affidamento del servizio idrico integrato che è in contrasto con le norme statali che sanciscono il principio della gestione sovra comunale del servizio idrico integrato per ambiti territoriali ottimali”.
Contributo di solidarietà sulle pensioni
Il concetto resta. Ora bisogna solo capire come metterlo in atto. Passa l’idea di Crocetta di “prelevare” una parte di pensione da chi ne prende più di 50.000 euro l’anno, ma la norma, adesso, è “zoppa”: il comma 3, infatti, prevedeva che le somme accantonate potessero essere versati in entrata nel bilancio regionale e destinate agli interventi sociali, ma proprio questo passaggio è stato censurato. “Con questo comma – scrive il prefetto – la norma apparirebbe come un intervento in positivo irragionevole e discriminatorio ai danni di una sola categoria di cittadini, in quanto il legislatore regionale imporrebbe ai soli titolari di trattamenti pensionistici a carico del fondo pensione della Regione siciliana uno speciale prelievo tributario attraverso una ingiustificata limitazione dei soggetti passivi”.
Contributi “a pioggia”
Non passa l’articolo che prevedeva la spesa di 235.000 euro per i lavoratori della ex Pirelli di Villafranca e di Siracusa, né quello che stanziava 10.000 euro per rafforzare le misure a favore della ricerca delle persone scomparse. Censurate anche le norme che garantivano un totale di 500.000 euro al Banco Alimentare Onlus e al Banco Opere di carità e quelle che prevedevano un contributo di oltre 400.000 euro alle facoltà di Teologia di Palermo, Catania e Messina.
Irfis
Due gli articoli impugnati: il primo sottoponeva l’Irfis ad operare nel rispetto della normativa di vigilanza della Banca d’Italia in quanto soggetto iscritto nell’elenco generale ed in quello speciale degli intermediari finanziari, confermando così la qualificazione di intermediario finanziario e l’obbligo di sottostare alle limitazioni prescritte per gli operatori del settore finanziario. Il secondo, invece, disponeva l’abrogazione della norma che escludeva la società dalle norme relative alla generalità delle società pubbliche regionali. un passaggio che, per il prefetto, “avrebbe comportato l’immediata applicabilità al suddetto istituto finanziario della disciplina propria delle società a partecipazione totale o maggioritaria della Regione i cui effetti potrebbero non essere conformi alle prescrizioni poste dalla Banca d’Italia e provocare quindi l’inoperatività in ambito finanziario e creditizio dell’Irfis”
No al “salva promozioni” alla Seus
L’articolo 65 della manovra stabiliva che la società partecipata Seus SCpA potesse effettuare procedure selettive riservate al personale interno per la copertura di posti di qualifiche intermedie carenti di organico. Ma per Aronica “si è in presenza di una selezione riservata in contrasto con la costante giurisprudenza. Peraltro i passaggi interni del personale comporterebbero inevitabilmente aumenti stipendiali per i dipendenti interessati dalla promozione. Anche in questo caso non può non rilevarsi l’assenza di qualsivoglia elemento informativo circa la platea dei destinatari e gli effetti finanziari, nella relazione tecnica sul ddl”.
Contributo alle spese di viaggio per i pazienti delle isole
Contestata anche la norma che prevedeva l’estensione dei benefici agli assistiti residenti nelle isole minori che si rechino presso luoghi di cura pubblici e privati e accreditati o contrattualizzati con il servizio sanitario regionale. I benefici erano destinati ai pazienti appartenenti a famiglia in condizioni economiche tali da non poter affrontare le spese di viaggio e concedeva un contributo forfettario. Per il prefetto Carmelo Aronica “ogni altro sussidio garantito dalla normativa regionale a titolo di rimborso spese di viaggio/soggiorno si configura, conseguentemente, come livello ulteriore di assistenza sanitaria, finanziabile, in quanto tale, esclusivamente con risorse a carico del bilancio regionale e, dunque, non erogabile dalle Regioni in Piano di rientro”.
Sostegno per il pagamento dei mutui, per l’acquisto di immobili industriali e norme per l’estrazione mineraria
Impugnati anche gli articoli 73, 74 e 75. Il primo prevedeva per le cooperative siciliane con proprietà divisa ed indivisa la sospensione fino al 31 dicembre 2015 del pagamento delle rate scadute e non pagate senza alcun onere aggiuntivo. Per il commissario dello Stato “la disposizione si pone in contrasto con le norme ed i principi in materia di aiuti di Stato e, in particolare, con gli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà. Secondo l’articolo 74, invece, prevedeva che entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, gli assegnatari di immobili industriali potessero fare istanza all’Irsap per l’acquisto dell’immobile assegnato. “Ma la norma – scrive Aronica – , che sembra essere volta a favorire il privato assegnatario cui viene consentito di determinare il momento del pagamento e di ridurre il prezzo di acquisto in base alle somme pagate per l’utilizzo del bene ad altro titolo, non persegue l’interesse della pubblica amministrazione che avrebbe ben potuto e che potrebbe avviare una procedura pubblica per la vendita del bene ottenendo maggiori e migliori possibilità per la cessione di parte del proprio patrimonio”. L’articolo 75, infine, “muta il sistema di oneri a carico degli esercenti di cave rapportando la misura del canone alla superficie e al volume di cava autorizzati anziché alla quantità di minerale estratto. Il legislatore ha introdotto siffatte modifiche in assenza di un’apposita istruttoria, sulla quantificazione e valutazione degli effetti finanziari derivanti”.
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