12 Novembre 2014, 06:00
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PALERMO – L’ultimo, solo l’ultimo è Salvatore Calleri. Ma è in buona e numerosa compagnia. Sono più di cento, mentre scriviamo, i consulenti del governo Crocetta e dei deputati dell’Ars. Più di cento. Per un costo di oltre 400 mila euro lordi al mese. Quasi 15 mila al giorno. Più di quattro milioni e mezzo l’anno. Nonostante la Corte dei conti non sa più che lingua usare per dire “stop agli esterni”.
Ma il ricorso ai consulenti, da parte ad esempio, del governatore, ha spesso avuto una valenza “speciale”. Quella, cioè, di ripescare ex assessori o ex componenti degli uffici di gabinetto che, per un motivo o per un altro, sono stati costretti a lasciare le proprie poltrone. Salvatore Calleri, insomma, una delle “vittime” dell’ultimo rimpasto, viene recuperato come consulente giuridico con particolare attenzione alla gestione dei beni confiscati. “Ha i titoli, essendo presidente della Fondazione Caponnetto” aveva spiegato il governatore. Che nel frattempo si serve di altri esperti. È il caso di Antonello Pezzini, superconsulente per il Patto dei sindaci, che aveva polemicamente abbandonato la Sicilia dopo qualche “screzio” con l’ex assessore Marino. Ed è il caso di Sami Ben Abdelaali, esperto del presidente per i rapporti con i Paesi del Mediterraneo, del mondo arabo e dell’Africa, una volta componente del regime dittatoriale di Ben Ali, in Tunisia. Il costituzionalista Giuseppe Verde è invece il responsabile del Sepicos, un organo di controllo delle performance dei regionali che qualche anno fa era stato “chiuso” per la sua inutlità. Infine, ecco Salvatore Parlato, per lui un posto di consulente del governatore dopo l’addio alla giunta di Luca Bianchi. Per l’ex assessore all’Economia, Parlato svolgeva il compito di capo della segreteria tecnica.
Ma non solo il presidente. Anche gli assessori non rinunciano ai propri consulenti. Andrea Ciulla, ad esempio, è un esperto “di lunga data” dell’assessore Vancheri. A dire il vero, la sua presenza nell’elenco degli esterni è il riflesso della continuità, in quell’assessorato, dei rappresentanti di Confindustria: era infatti consulente anche di Marco Venturi. Tre consulenti troverà già il neo assessore all’Economia Baccei, eredità lasciata da Roberto Agnello, e tre ne troverà anche Marcella Castronovo. Il suo predecessore, Patrizia Valenti, decise di nominare Gianfranco Bruno addirittura il giorno prima dell’azzeramento della giunta. È rimasto in giunta meno di un mese, ma Piergiorgio Gerratana ha trovato il tempo di confermare l’incarico a un consulente scelto da Mariarita Sgarlata che l’aveva preceduto all’assessorato al Territorio: per Giulio Fortunato Tescione contratto di quattro mesi. Nomina firmata appena due giorni dopo l’insediamento del giovane assessore siracusano. Michela Stancheris, invece, lascia in dote al neo assessore Li Calzi, fino al 31 dicembre, una esperta in “tonnare”, Antonella Leone. Solo esempi, questi. Di persone chiamate direttamente dal presidente e dall’assessore di turno. E di cui non si conoscono (nonostante la norma prevede la pubblicazione delle relazioni finali) il prodotto del loro lavoro. Gli esterni che al momento hanno un contratto in vigore col governatore e i componenti della giunta sono quaranta. Per un costo difficilmente computabile (non tutti hanno una consulenza con compenso ‘mensile’), ma che si aggira, indicativamente, sui centomila euro al mese.
Più alto, invece, è il costo dei consulenti (anzi, tecnicamente, dei collaboratori) di cui possono avvalersi i deputati dell’Ars che fanno parte del Consiglio di presidenza dell’Ars. Il presidente e i vicepresidenti dell’Assemblea, i deputati questori, i segretari, infatti, ricorrono a una specie di proprio “staff”. Pagato con i soldi che ogni anno la Regione stanzia per l’Assemblea regionale. Per il 2014 la dotazione coplessiva è scesa a 149 milioni di euro, ai quali si aggiungono circa 6 milioni per le pensioni degli ex deputati.
Solo per i collaboratori e i consulenti del Consiglio di presidenza, l’Ars ha stanziato in bilancio una cifra che sfiora i 3,5 milioni, in calo di circa 300 mila euro rispetto al passato. Ma in questo momento, tra i corridoi di Palazzo dei Normanni, “girano” (o dovrebbero girare) la bellezza di sessanta consulenti esterni. Chiamati direttamente dal politico di turno. Senza alcuna selezione. E senza alcuna necessità di dimostrare il “prodotto” dell’attività di quel consulente.
Sono gli stessi fin dall’inizio della legislatura gli esterni del presidente Ardizzone. Quattro collaboratori sono “addetti alla segreteria”. Per loro il contratto prevede dodici mensilità. Il compenso? Al lordo, oscilla tra i 2.500 euro e i 2.750 euro. Ma si sale ancora di più per il compenso degli addetti stampa e portavoce, che possono contare su ben 15 mensilità. E se per Lillo Maiolino lo stipendio è di 2.500 euro lordi, per Fabio De Pasquale il compenso sale a 5.230 lordi. L’ex grillino e attuale vicepresidente dell’Ars Antonio Venturino si affida a cinque “addetti alla segreteria”. Gli ultimi sono stati chiamati meno di un mese fa: sono Roberto Ginex e Giulio Mastrogiuseppe. Ma è l’onorevole del Megafono Salvatore Oddo a vantare la segreteria più affollata. Il questore del movimento del presidente Crocetta infatti, ha richiesto l’ausilio di… 12 collaboratori e un “comandato”. Tredici esterni a dare una mano a un deputato che fa parte di un gruppo di… 4 parlamentari. “Nessuno scandalo – replica il deputato del Megafono – nella mia segreteria io opero una specie di ‘staffetta’ con contratti brevi e dall’importo inferiore rispetto a quello di altri. Il plafond a disposizione di ciascun parlamentare è identico, ognuno poi decide di utilizzarlo nella maniera che ritiene più opportuna”.
“In tempi di spending review – commenta il deputato Pd Gianfranco Vullo – appare davvero assurdo che un componente del Consiglio di Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana abbia 13 collaboratori a carico di fondi pubblici. Quanto viene riferito oggi da organi di stampa sui consulenti del deputato questore Oddo è davvero eclatante. Con una battuta potrei dire all’onorevole Oddo che assumendone un altro potrebbe fare 14 e prendere il premio del nuovo Totocalcio. Ma siamo di fronte ad un fatto che è di per se grave. Un deputato non può avere 13 collaboratori a carico dell’erario. Se li paghi di tasca propria se ne ha bisogno”.
Sono dieci invece i collaboratori oggi del questore del Pd Franco Rinaldi. L’ultimo incarico pochi giorni fa a Tindaro Marco Gullì (per lui “appena” 876 euro lordi per 12 mensilità). A Paolo Ruggirello (Articolo 4) invece “servono” otto addetti alla segreteria. L’ultimo il rinnovo a Gabriella Sveglia (2.100 euro lordi). Sono sei i collaboratori attualmente “a lavoro” per Anthony Barbagallo del Pd, quattro quelli delle segreterie di Ragusa (Udc), Fiorenza (Misto) e Lo Giudice (Drs). Mentre di qualche collaboratore (tre in tutto) si serve anche Francesco Cascio (Ncd). Già, l’Ars garantisce uffici e consulenti anche all’ex presidente dell’Ars. E fanno cento, in tutto. Tra Palazzo d’Orleans e Palazzo dei Normanni. Per una tariffa, a carico dei siciliani, di 15 mila euro. Al giorno.
Riceviamo e pubblichiamo una nota del dott. Sami Ben Abdelaali.
Spett.le Redazione,
vorrei esprimere il mio profondo rammarico per quello che continuo a leggere sul vostro giornale online in quanto ogni qualvolta che si parla della mia persona vengo indicato sempre come ” il fedelissimo del regime del dittatore Ben Ali,console della Tunisia”, “componente del regime dittatoriale di Ben Ali in Tunisia” e tante altre espressioni denigratorie della mia persona.
A tal proposito mi pregio di sottolineare che corrisponde a verità il fatto di avere svolto l’incarico di funzionario dirigente presso il Consolato Generale di Tunisia a Palermo per oltre 20 anni e che sono stato eletto al Senato del Partito di cui era Presidente Ben Ali, in rappresentanza dei cittadini tunisini in Italia.
Non ho mai avuto rapporti personali con l’allora Presidente in quanto dall’età di 23 anni, subito dopo avere conseguito la laurea, sono entrato a far parte del Consolato di Palermo. Durante la mia permanenza ho lavorato a stretto contatto con tutte le amministrazioni regionali ed ho lavorato sempre per il partenariato e la cooperazione tra la Tunisia e la Sicilia a prescindere da chi fosse governato in quel momento il mio Paese.
Non si può generalizzare o associare in nessuna maniera la mia persona all’operato del Presidente pro-tempore. Mi piace anche sottolineare che alcuni Ministri dell’allora governo Ben Ali sono candidati attualmente alla Presidenza della Repubblica Tunisina (Mondher Znaidi, Abderrahim Zouari).
Considerata la mia esperienza nel campo internazionale e la mia grande conoscenza del mondo arabo, sono stato chiamato dal Presidente della Regione Siciliana, On.le Rosario Crocetta, a svolgere l’incarico di esperto nel campo della internazionalizzazione e della cooperazione internazionale, al fine di promuovere le eccellenze siciliane nel mondo e creare opportunità di partnership con gli altri Paesi del Mediterraneo, Africa e mondo arabo.
Vi prego di prenderne atto e di evitare per il futuro ulteriori espressioni e/o accostamenti (non fondati) che possano comportare alla mia persona danno e nocumento, perché altrimenti mi vedrò costretto, mio malgrado, ad intraprendere azioni a tutela della mia persona e della mia onorabilità.
Distinti Saluti
Dott. Sami Ben Abdelaali
Pubblicato il
12 Novembre 2014, 06:00