Daniel e la maglia appesa al muro | "Forza Palermo pure per mio figlio" - Live Sicilia

Daniel e la maglia appesa al muro | “Forza Palermo pure per mio figlio”

La maglia di Corini per Daniel

Una storia d'amore dalla Germania. Davvero pensavate che il Palermo fosse solo una squadra?

In quella casa un po’ tedesca e un po’ siciliana, a due passi da Francoforte, non lontana da boschi che ricordano le fiabe e vicina allo sfincione che qualche volta, lassù, cucinano, c’è una maglia rosanero appesa alla parete. Fu lei ad accarezzare il volto di un ragazzo che si illuminò, quando la vide, ed era già con i bagagli pronti. Perché? Credevate che il Palermo fosse soltanto una squadra di calcio?

Lui si chiamava Daniel Schimmenti, figlio del sicilianissimo Turiddu e della dolcissima Birgit. Nell’imminenza dell’epilogo, Turiddu sognava una maglia per Daniel, non una qualunque, ma quella indossata da Corini, capitano coraggioso. Gli amici del sito ‘tifosirosanero.it’ si adoperarono. Eugenio inviò, tramite la società, la sua seconda pelle, chiosata da parole d’affetto. Daniel ricevette il suo regalo. Qualche tempo dopo morì.

“Ricordo quel gesto e ne sono ancora commosso – dice Turiddu – amo il Palermo, pure da lontano, dalla Germania. Forse ho un sentimento ancora maggiore. Oggi dico: forza, ragazzi. Andiamo avanti nonostante tutto, anche per Daniel”.

Turiddu è un uomo, con la faccia da ragazzo, schietto e cordiale. Parla forte. Ride spesso. L’incrollabile certezza del loro amore ha permesso a lui e a Birgit di convivere col lutto immane della perdita di un figlio e crescere gli altri. Oggi, il ragazzo di Francoforte vive la nuova stagione come una rinascita, una storia da raccontare tra lassù e quaggiù: “Sto seguendo la squadra. Conosco Santana, alcuni giocatori mi sembrano in gamba. Specialmente i giovani, secondo me, sono molto interessanti. La certezza è che, per fortuna, Mirri, con l’aiuto di Di Piazza, ha riportato il Palermo ai palermitani. Pergolizzi mi sembra adatto, ha grinta ed è bravo. E poi ci sono i tifosi: la cosa più importante”.

Una corrispondenza di sangue e di carne che la distanza non ha offuscato: “Da un po’ non volevo più parlare di calcio, ma sono fiducioso adesso e la passione è tornata. Ricominciare dalla D significa che il terreno è stato purificato e che possiamo coltivarlo di nuovo e raccogliere i frutti”.

E c’è quella maglia appesa al muro che ricorda un passaggio cruciale: “Noi siamo cresciuti sotto il segno di Daniel. Il fatto di averlo accompagnato ci ha rafforzato. Mio figlio ci ha fatto elevare sopra la superficialità. E’ stato un maestro. Ci ha aiutato a diventare migliori a guardare gli altri con maggiore profondità, ad amare. Io amo la mia terra e le mando un abbraccio con tutto il mio cuore”.

In quella casa un po’ siciliana e un po’ tedesca, col sapore delle favole e il profumo dello sfincione appena sfornato c’è un padre che ha perso un figlio, c’è un marito che ama sua moglie, c’è un uomo che ha ricamato sopra le sue lacrime una cucitura di speranza. Un tifoso speciale che grida: “Forza Palermo”, pure per chi è in una tribuna d’onore che possiamo soltanto immaginare. Davvero pensavate che il rosanero fosse soltanto un colore?

 


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