14 Febbraio 2013, 10:52
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PALERMO – Nel suo curriculum ci sono Dolce&Gabbana, Etro e Versace. Nel suo presente una tra le griffe più prestigiose delle passerelle milanesi. Ma nulla sarebbe stato possibile senza la “sua” Sicilia. Lo stlista palermitano Sergio Daricello, head designer di Giuliano Fujiwara, brand italo-giapponese acquisito nel 2011 dal taiwanese Breeze group, racconta nel numero in edicola di I love Sicilia (acquistabile anche in formato pdf cliccando QUI) di come sia riuscito, partendo dalla Sicilia, ad entrare nel gotha della moda. “Lavorare per Dolce&Gabbana – dice – è stato un sogno che si trasformava in realtà: il loro stile mi ha sempre affascinato. Hanno fatto della Sicilia la propria bandiera di eleganza. Ma il passo più grande l’ho fatto all’interno della Gianni Versace. La signora Donatella, inserendomi all’interno del suo team, ha fatto in modo che io potessi avere una crescita professionale graduale e sempre più ricca”.
Il suo motto è “‘cu nesci, arrinesci”. Ed è partendo da questo che, dopo il liceo e l’Accademia di Belle Arti, Sergio Daricello decise di frequentare una scuola di design di moda a Milano. Mossa vincente visto che da lì è stato poi selezionato dalla Etro come assistente junior. “È stato il mio primo passo in questo mondo – ricorda -. Esperienza indimenticabile perché ho avuto come mentore un personaggio geniale, Kean Etro”. Ma i primissimi passi in questo mondo, però, “li ho mossi presso un atelier di Milano la cui proprietaria era anche lei siciliana, Annagemma Lascari, grande couturiere che mi ha insegnato ‘come’ costruire abiti da sogno”. Un sogno che Sergio ha avuto l’abilità di trasformare in realtà.
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14 Febbraio 2013, 10:52