27 Luglio 2015, 18:33
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CATANIA – “La Darsena da sola, senza una rete infrastrutturale di collegamento non servirà a niente. E per recuperare il divario col resto del Paese, occorre far partire i cantieri delle opere già finanziate, assicurare le coperture finanziarie per le opere progettate e progettare quelle mancanti”. Così commentano Rosaria Rotolo, Nunzio Turrisi e Mauro Torrisi, segretari generali provinciali rispettivamente di Cisl, Filca Cisl e Fit Cisl, la recente visita del ministro Graziano Delrio nel capoluogo etneo per inaugurare la Darsena del Porto catanese e le sue dichiarazioni rilasciate alla stampa.
“La darsena del Porto – spiegano – per essere davvero funzionante e funzionale va collegata a un sistema di viabilità adeguato ai mezzi pesanti, poi all’Interporto, di cui però manca il secondo lotto, e quindi alla rete autostradale e ferroviaria siciliana oggi quasi inesistente. Se poi nella nuova darsena dovranno pure sbarcare i turisti occorrerà evitare che ciò succeda in mezzo ai container”.
“Ma – secondo Rotolo, Turrisi e Torrisi – è tutta la rete infrastrutturale siciliana a dover essere ammodernata e collegata agli scali nevralgici dell’Isola, Catania per prima”. Oggi – sottolineano – il collegamento autostradale e ferroviario con Palermo è più simile all’Odissea omerica che a un viaggio del 21° secolo. Nulla si sa più sulla Catania-Ragusa. Per il 1° lotto della Libertinia, già appaltato alla Collini s.p.a di Trento, è stato rescisso il contratto per la mancanza di copertura finanziaria da parte della Regione, e per il 3° lotto siamo ancora nella fase progettuale. Altro che 30 anni di arretratezza, qui si sono superati i 40 anni di attesa!”.
“Che fine ha fatto poi – si chiedono i tre segretari di Cisl, Filca e Fit – il programma per costruire i depuratori per il trattamento delle acque reflue urbane? La Regione siciliana rischia una sanzione Ue da 180 milioni per non aver speso un miliardo di fondi comunitari destinati agli impianti. E mentre si parla della seconda pista dell’aeroporto e della linea ferroviaria che vi deve arrivare, ancora per interrare la stazione centrale non si è fatto nulla. Mentre per la metropolitana catanese – aggiungono – i tempi prospettati dal sindaco Bianco ci sembrano, a oggi, oltremodo ottimistici visto che nessun operaio ancora è in attività nelle tratte Nesima-Misterbianco e Stesicoro-Aeroporto”.
“Insomma – dicono – in Sicilia, la realtà supera la fantasia e perfino le considerazioni del ministro. Oggi la situazione è drammatica: ci sono tantissimi operai rimasti a casa da troppo tempo, mentre i mezzi pesanti in circolazione sono solo quelli che la malavita usa per depredare i bancomat e gli uffici postali. È tempo che il governo mantenga le promesse, faccia rispettare i tempi e garantisca sicurezza e legalità per far ripartire l’occupazione e lo sviluppo. E che nessuno sviluppo del Paese è possibile senza che riparta il Sud”.
“Abbiamo chiesto e ottenuto un tavolo in Prefettura per monitorare le stazioni appaltanti e sbloccare i cantieri – concludono Rotolo, Turrisi e Torrisi – ma finora i risultati sono stati esigui rispetto a quanto resta da far ripartire. L’amministrazione comunale di Catania intervenga e metta tutta la propria autorevolezza perché a Catania si determini una visione concreta di futuro della mobilità al servizio dei cittadini, dei settori produttivi e del turismo”.
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27 Luglio 2015, 18:33