30 Giugno 2013, 10:02
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ROMA – L’Italia, ma anche la Germania, la Francia e altri paesi europei hanno accordi segreti con gli Stati Uniti per il passaggio di dati personali alla National Security Agency. Lo denuncia al Guardian una nuova ‘talpa’ del datagate: si tratta di Wayne Madsen, ex luogotenente della Marina americane che ha lavorato per la Nsa dal 1985 e che ha – afferma il Guardian – ricoperto ruoli ‘sensibili’ nell’agenzia nei 12 anni successivi. Madsen punta il dito contro l’Italia, ma anche la Gran Bretagna, la Francia, la Danimarca, l’Olanda, la Germania e la Spagna: tutti questi paesi piu’ gli Stati Uniti – denuncia Madsen – hanno accesso al Tat-14, il sistema di telecomunicazioni transatlantico via cavo che consente loro di intercettare un’enorme quantita’ di dati, incluse telefonate, email e la la storia di accesso a internet degli utenti. In base agli accordi in vigore – spiega Madsen in un’intervista pubblicata dal blog PrivacySurgeon.org e ripresa dal Guardian – ogni paese e’ classificato in base al livello di fiducia ed e’ obbligato a passare dati, incluse conversazioni telefoniche e informazioni internet alla Nsa se richiesto.
Gli accordi risalgono a dopo la seconda guerra mondiale e quindi prima dell’era internet. Madsen spiega di essere uscito allo scoperto perche’ stanco della ”mezza verita” offerta dai politici europei che fingendo shock sono rimasti in silenzio sui loro accordi con gli Stati Uniti. L’ex della Nsa e’ particolarmente critico nei confronti della Germania, che ha accusato la Gran Bretagna di spiare il paese quando anche Berlino ha accordi con gli Stati Uniti. ”Non riesco a capire Angela Merkel che chiede assicurazioni a Obama e alla Gran Bretagna, quando ha gli stessi rapporti” di Londra sui dati con gli Stati Uniti, afferma Madsen. Le nuove rivelazioni hanno subito causato critiche e la richiesta ai governi europei di chiarire i loro rapporti con la Nsa. ”C’e’ bisogno di trasparenza. Il problema e’ che nessuno degli accordi e’ stato discusso in un’arena democratica – mette in evidenza John Cooper, legale per i diritti umani -. Sono d’accordo con William Hague sul fatto che qualche volta le cose debbano essere fatte in segreto ma non si infrange in segreto la legge”.
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30 Giugno 2013, 10:02