29 Ottobre 2019, 10:53
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PALERMO – “Mi scuso con i siciliani, perché ho generalizzato dicendo a tanti ciò che era destinato a pochi facinorosi”. Lo dice il critico d’arte, Philippe Daverio, in una lunga lettera aperta pubblicata sulla sua pagina Facebook dopo le polemiche nate da alcune sue dichiarazioni sulla Sicilia alla trasmissione televisiva ‘Le Iene’, che lo aveva intervistato a seguito delle polemiche per l’assegnazione del titolo di ‘Borgo dei Borghi’ a Bobbio, cittadina piacentina che ha superato la siracusana Palazzolo Acreide. “Sono talvolta ingenuo e come tale, dopo una lunga giornata di viaggio e di lavoro, dopo una sommatoria di insinuazioni d’interesse mio privato lanciatomi da politici siciliani per il mio voto libero nella trasmissione dei borghi e dopo aver ricevuto minacce d’ogni genere e anche di morte a me e alla mia famiglia, mi sono trovato pure inseguito da una iena della nota trasmissione, ex candidato sindaco di Palermo, che mi ha posto una serie di tranelli – scrive Daverio -. Mi ha fatto ribollire il sangue e ho sbottato come lui sperava che facessi. Non tollero i ricatti, dal nord o dal sud. E ho reagito in un modo ironico che ha generato confusione e da parte di spiriti malversati reazioni spropositate”.
E rivolgendosi al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che “esige la mia espulsione dagli schermi della Rai”, Daverio ha scritto una lettera: “Da tempo la Rai – questo un frammento della missiva – non mi vuole e ha smesso di trasmettere i miei video nei quali tra l’altro ho spesso esaltato la Sicilia, con la trasmissione su Palermo, quella sui Normanni e quella sulla presenza araba. Ho insegnato a lungo in Sicilia e devo riconoscere con orgoglio che molti miei laureati presso la Facoltà di architettura di Palermo conservano un buon ricordo del mio operato didattico, ricambiato dalla medesima mia simpatia”. E ancora: “Ho oggettivamente partecipato alla realizzazione d’un capolavoro. Farmi dare del razzista da un seguace di colui che fu segretario di redazione de ‘La Difesa della Razza’ a partire dal 20 settembre del 1938, negli stessi giorni delle leggi razziali (Giorgio Almirante, ndr). Le auguro di potersi emancipare da un passato che sembra incombere inesorabilmente su di lei e assumere una percezione aggiornata della contemporaneità. Per il resto – ancora Daverio – le suggerisco di riguardare la trasmissione e si accorgerà che anche gli altri due componenti della Giuria hanno votato a favore di Bobbio. Ritenere che siano stati influenzati da me è un drammatico insulto alla loro professionale competenza e alla loro rispettabilità”. Dopo aver ribadito di essere stato oggetto di diverse minacce di morte (“mi sarà assai difficile intraprendere qualsiasi lavoro nell’isola”), Daverio conclude: “Le scuse a tutti i siciliani le faccio con sommo piacere, e so che alcuni mi capiranno, almeno quelli non troppo suscettibili ai pizzicotti critici. Ero stato inseguito da un giornalista insistente e molesto delle Iene, ovviamente pure lui siciliano e candidato sindaco a Palermo, dopo una lunga conferenza e in mezzo ad una ressa di pubblico. Le scuse da parte sua non me le aspetto”.
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29 Ottobre 2019, 10:53