Davide Villa per sempre: il vaccino e l’attesa di giustizia

Davide Villa per sempre: il vaccino e l’attesa di giustizia

L'incontro con Fabrizio, fratello del poliziotto deceduto pochi giorni dopo il vaccino obbligatorio.

CATANIA – Ha lasciato un segno che non può essere cancellato dal passare del tempo. A due anni dalla scomparsa di Davide Villa, poliziotto deceduto pochi giorni dopo il vaccino obbligatorio, Catania piange ancora uno dei suoi figli più cari. E il fratello Fabrizio, artista e fotografo, non si dà pace. E noi con lui.

Sono passati due anni dalla morte di tuo fratello Davide. Che cosa è successo in questi due anni sia dal punto di vista giudiziario che dal punto di vista personale?

R. Sono stati due anni difficili. Dal punto di vista giudiziario la procura di Messina ha stabilito il nesso di causalità tra la morte di mio fratello e il vaccino Astrazeneca somministrato dal personale sanitario della Polizia di Stato. Ma, nonostante questo, è stata richiesta l’archiviazione per due volte. I legali che rappresentano mia madre, le mie sorelle e me, l’avv. Stefano Maccioni di Roma e l’avv. Carlo Peluso di Catania si sono opposti a tali provvedimenti. Adesso, giorno 13 marzo, è stata fissata una nuova udienza. Ci aspettiamo che Astrazeneca mostri e dimostri i risultati dei test effettuati prima ancora di mettere in commercio il vaccino. Crediamo che vada fatta chiarezza, nell’interesse di tutti. Si deve capire perché ci sono stati questi casi con esiti letali, la maggior parte dei quali, oltretutto, circoscritti in Sicilia. Dal punto di vista personale è sempre molto difficile accettare la morte di un fratello. Nel mio lavoro molto spesso mi sono trovato di fronte al dolore e alla sofferenza, l’ho raccontata, mi sono immedesimato, ma quando ti colpisce in modo così intimo è molto diverso. Il dolore mi ha travolto e stravolto. Ma prima di tutto c’è un’altra sofferenza quotidiana, che io so essere ancora più grave: quella di mia madre. Già prima della morte di Davide, viveva in difficili condizioni di salute. La perdita del figlio più piccolo è stata per lei una tragedia nella tragedia. Davide si prendeva cura di lei in tutto e per tutto, si era vaccinato con convinzione, anche per starle vicino in sicurezza. Ecco, in questi due anni mi sono trovato quotidianamente davanti una donna distrutta e disperata, una madre che non accetta la perdita così assurda di suo figlio. Provo una grande impotenza per non poterla aiutare a ritrovare Davide, per non essere riuscito a salvarlo, nonostante lo abbia subito accompagnato all’ospedale. Mi dicono che il tempo aggiusterà tutto ma non me ne faccio ancora una ragione. Intanto convivo con i ricordi più belli della nostra infanzia, l’unica cosa che mi rimane.

Le Istituzioni – lo Stato, ma anche la polizia – sono state vicine alla famiglia e in particolare a tua madre?

Non direi e non capirò mai il perché. Davide è stato un uomo delle istituzioni, la sua vita l’ha dedicata per oltre 30 anni alla Polizia di Stato fino a quando un vaccino fatto dalla stessa Polizia lo ha ucciso. Per carità so che non si può attribuire alla Polizia la responsabilità della sua morte ma mi sarei aspettato un segno, un modo per ricordarlo, come un collega caduto in servizio. Davide non è stato mai ricordato neanche durante le celebrazioni annuali della Polizia di Stato. Considero mio fratello una vittima del dovere. Credo che mia madre avrebbe dovuto avere una parola di conforto da parte delle Istituzioni, dalla Polizia. Le è stato tolto un figlio. Per fortuna tanti suoi colleghi soprattutto della Squadra Mobile di Catania con tanto affetto si sono stretti alla mia famiglia, a mia madre. Loro li sento tutti come miei fratelli. 

Che cosa chiedete come famiglia alle istituzioni? Quello di Davide non è l’unico caso di morte causata dal vaccino.

Chiediamo giustizia. Che sia fatta luce sulle cause che hanno portato alla morte di mio fratello e delle altre vittime decedute con le medesime modalità. Si, è stato il vaccino, ma questo vaccino era testato? Astrazeneca potrebbe avere gravi responsabilità. Vogliamo la verità. La pretendiamo noi familiari, e questa verità è dovuta a tutti gli italiani che potenzialmente hanno rischiato. La nostra non è una battaglia contro i vaccini che ci hanno salvati dal Covid, assolutamente, tant’è che noi stessi, compresa mia madre abbiamo fatto tutte le dosi.

Pensi che ci siano delle remore ad affermare chiaramente la correlazione tra il vaccino Astrazeneca la morte di alcune persone?

E’ così, è un problema di pochi e molto scomodo, c’è il timore di essere subito associati ai No vax.  Ma non è questo il punto. Credo che i morti di vaccino meritino un grande rispetto.

Che cosa ti manca di più di tuo fratello?

Il suo sorriso che “contagiava” tutti con la sua ironia. Ancora adesso, quando ho bisogno di lui, istintivamente prendo il telefono per chiamarlo.

Cosa pensi di fare per ricordarlo?

Davide era un appassionato di moto, ricordo che sono stato io stesso a insegnarli a guidarla da ragazzini, e con i suoi colleghi della Polizia ogni anno a giugno organizziamo un motoraduno. Partiamo da Catania e andiamo fino a Roccavaldina in provincia di Messina dove è sepolto. E’ già successo due volte. E’ un momento di grande libertà ed emozione. Come in pellegrinaggio con Davide nel cuore andiamo a trovarlo. Già ci stiamo preparando per la terza edizione e intanto domani, nel giorno del secondo anniversario, il 6 marzo 2021, Fra Massimo Corallo celebrerà una messa in suo ricordo alle ore 19,00, nella chiesa di Santa Maria del Gesù a Catania.


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