Ddl commercio, si riparte | dalla commissione

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08 Febbraio 2011, 17:11

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Il disegno di legge che riforma il commercio tornerà al vaglio della commissione Attività produttive dell’Ars, così come annunciato stamani dal presidente della commissione Salvino Caputo. Si tratta dell’ennesimo stop per il ddl firmato dall’assessore Marco Venturi (nella foto). Il testo in realtà era approdato a Sala d’Ercole già la scorsa settimana ma con una “coda” di 240 emendamenti, tanto da indurre Venturi a chiedere un primo rinvio della discussione per trovare un’intesa. Da qui la decisione di fissare un incontro con i capigruppo per trovare una sintesi. L’incontro però non è mai avvenuto. Alle 16 la nuova seduta dell’Assemblea e la richiesta di rinvio in commissione fatta dallo stesso Venturi: “Vista l’ampia discussione che si è aperta chiediamo di rinviare il testo in commissione e speriamo, in 15 giorni, di riportarlo in Aula”.

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Favorevole al ritorno in commissione, Salvino Caputo secondo il quale “In queste condizioni il ddl non poteva andare in aula per la discussione. Ci sono dieci articolo e quasi 300 tra emendamenti e subemendamenti… troppo. Troppe richieste di approfondimento, troppi emendamenti per andare avanti”. Contrari invece Fabio Mancuso (Pdl) e Pino  Apprendi (Pd).  Ma se il primo ha proposto il ritiro del ddl da parte del Governo, l’esponente del Pd si è detto “sconcertato dalla richiesta dell’esecutivo e convinto che in questo modo si privi il Parlamento del diritto di discutere e votare, eventualmente bocciare, il testo”. Il ddl prevede come “regola ordinaria” la chiusura domenicale e festiva, non affidando questa scelta esclusivamente all’esercente.

“Al fine di tutelare il diritto al riposo, alla salute e al godimento dei diritti civili e religiosi degli operatori del settore – si legge nel ddl – è obbligatoria la chiusura nelle seguenti giornate: 1° gennaio, Pasqua di Resurrezione del Signore, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 1° novembre, 8 e 25 dicembre  nonché per altre 32 domeniche e/o giornate festive”. Sono tuttavia contemplate due modalità per consentire la deroga al regime  ordinario. La prima consiste nella parziale modifica rispetto al regime ordinario ( fermo restando l’impossibilità di apertura in occasione delle festività maggiori e per almeno 32 domeniche) , deroga disposta attraverso le Camere di commercio, sentite le organizzazioni sindacali, senza particolari formalità. La seconda prevede la convocazione di  un’apposita conferenza di servizi da parte dell’assessore regionale alle Attività Produttive a cui partecipano i comuni interessati e le rappresentanze datoriali e sindacali. Inoltre il disegno di legge prevede l’abrogazione della disciplina dettata in tema di “Comuni ad economia prevalentemente turistica e citta’ d’arte”.
Le questioni più spinose sono essenzialmente due: la prima è data dalle aperture domenicali, la grande distribuzione vuole restare aperta mentre i piccoli chiedono di rimanere chiusi. Altra nota dolente la competenza per stilare il calendario delle aperture, con lo scontro tra chi vuole affidarla alle Camere di commercio e quanti invece darebbero questo potere ai Comuni. L’aula tornerà a riunirsi domani alle 16. All’ordine del giorno il ddl sulla semplificazione.

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08 Febbraio 2011, 17:11

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