12 Luglio 2011, 12:36
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“E’ un popolo di disperati”. Il procuratore aggiunto alla Dda di Palermo, Ignazio De Francisci, spiega così la portata economica, il flusso di denaro gestito dagli uomini della cosca arrestati stamane nell’operazione eseguita dai carabinieri. “Il traffico di droga non è la voce principale, diverso è il discorso per le estorsioni. Ai più grandi si chiedevano 1.500 euro a Pasqua e Natale. Non si può fare una stima del denaro gestito, sento parlare di migliaia di euro, ma in realtà si tratta di cifre ben più modeste”.
Ma non per tutti gli operatori economici i soldi “pesano” alla stessa maniera. Lo sottolinea il comandante del nucleo investigativo dell’arma, Antonio Coppola: “Quando ai commercianti più piccoli chiedono 500 euro ogni tre mesi, non sono grandi somme, ma li mettono comunque in ginocchio”. Soddisfazione per la riuscita dell’operazione è espressa dal comitato Addiopizzo e dall’associazione antiracket Libero Futuro. “L’aspettavamo da tempo” dichiarano all’unisono Daniele Marannano ed Enrico Colajanni. “Abbiamo dato anche noi un minimo contributo, con un paio di commercianti che hanno denunciato. Adesso bisognerà vedere come si comporteranno le vittime delle estorsioni accertate quando saranno chiamate a confermare le evidenze investigative di fronte ai magistrati”.
Messineo: “Estorsioni vitali”
Insomma, Le casse dei mandamenti mafiosi sono sempre più a secco perché il denaro serve ad aiutare le famiglie dei boss detenuti. Le vecchie attività di guadagno, come la droga, danno un contributo ormai scarso all’economia della mafia: per questo le estorsioni sono rimaste la fonte primaria e vitale del sostentamento delle cosche. E’ l’analisi fatta dal procuratore di Palermo Francesco Messineo. “Proprio per l’importanza che ha il racket del pizzo – ha detto Messineo – la denuncia delle vittime, che consente di disarticolare la rete delle estorsioni, è ancora più importante: senza i soldi delle estorsioni il meccanismo di ‘solidarieta’ dei boss verso le famiglie dei carcerati salta e il meccanismo va in tilt”. Eppure, come ha fatto notare il magistrato, le denunce sono ancora poche e i commercianti si limitano a collaborare quando già l’estorsione è stata scoperta dagli investigatori.
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12 Luglio 2011, 12:36