10 Ottobre 2021, 14:12
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CATANIA – Settant’anni e non sentirli. Coraggio, altruismo, fantasia: non un semplice giocatore, ma un vero fuoriclasse. Francesco De Gregori domina la scena sul palco del Teatro Massimo Bellini: un ragazzo dall’età indefinita che seduce il suo pubblico di aficionados. Gli spettatori con “il cuore mangiato” e “un cappello pieno di ricordi” che tornano a galla nota dopo nota, strofa dopo strofa.
Le mascherine di protezione e il distanziamento sociale non frenano la voglia si cantare, emozionarsi, tornare a vivere. L’appuntamento ormai annuale con il Principe, organizzato dall’associazione Diplomatici a conclusione della prima giornata del Festival Internazionale di Geopolitica Mare Liberum, non delude. Due ore di musica, sangue e sudore scandite dai tesi di classici intramontabili: Bufalo Bill, La Storia, La testa nel secchio, Atlantide, Titanic.
De Gregori canta senza sosta godendosi lo spettacolo sotto lenti scure dei suoi inconfondibili occhiali. Come il bufalo non ha la strada segnata, scarta di lato ma non cade: un artista poliedrico che alterna ritmi rock a ballate folk, atmosfere intime riscaldate da luci tenui a tripudi di suoni pennellati da un’illuminazione sgargiante.
De Gregori colpisce con una raffica i brani intramontabili: Il cuoco di Salò, Alice, Generale, Sangue su sangue, Cardiologia, Generale, Rimmel. Il suono della sua armonica culla il pubblico. Poi un religioso silenzio accompagna “La leva calcistica del 68”. “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore: non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. Il principe della canzone d’autore italiana, a questo punto, si avvicina al microfono e dedica il brano ai ragazzi coinvolti nei progetti internazionali dell’associazione, incoraggiandoli a seguire i loro sogni senza il timore di commettere degli sbagli. Il consiglio di un fratello maggiore che mette in guardia dalla paura che paralizza che fa perdere “l’anima e le ali” (per dirla alla sua maniera).
De Gregori fa pure una battuta suggerendo che oltre al coraggio, all’altruismo e alla fantasia servirebbe una buona conoscenza delle lingue straniere. Poi torna alla sua musica. Sciolto sulla scena quanto schivo nel dietro le quinte: ai fan non concede nessuna foto. Quando le luci si fanno soffuse si accomoda sullo sgabello; graffia con la voce, accarezza con la musica e scarnifica con le parole. Poi interpreta “La donna cannone”. Sulle note di “Sognando un altro Egitto” si congeda. Acclamato dal pubblico, torna in scena e suonare un ultimo brano: “Viva l’Italia”. Cala il sipario, l’emozione rimane.
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10 Ottobre 2021, 14:12