05 Gennaio 2023, 16:48
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PALERMO – Cateno De Luca non molla. Il leader di Sicilia vera torna all’attacco del governatore Renato Schifani sulla vicenda degli otto miliardi che lo Stato, secondo alcune tesi, avrebbe dovuto rendere alla Regione nell’ambito del meccanismo di partecipazione alla spesa sanitaria. L’ex sindaco di Messina, che critica la scelta del governatore di stipulare un’intesa con il Mef che ha portato duecento milioni utilizzabili nell’immediato, torna all’attacco citando il Def 2023/2025 redatto dal governo Musumeci.
“Nonostante il presidente Schifani stia cercando in tutti i modi di mettere a tacere dubbi e perplessità suscitate dall’accordo Stato-Regione sottoscritto lo scorso 16 dicembre con il ministro Giorgetti, la verità è destinata ad emergere – dice De Luca -. Alla lunga serie di contraddizioni che Sicilia Vera e Sud chiama Nord hanno evidenziato nelle ultime settimane oggi si aggiunge un altro importante tassello che conferma quanto abbiamo già denunciato, ovvero il tentativo da parte del presidente Schifani di svendere la Sicilia”.
Secondo De Luca “la scelta da parte di Schifani di accettare solo 200 milioni di euro rinunciando a 8 miliardi non soltanto è frutto di una trattativa riservata che Schifani ha portato avanti da solo, ma è anche in assoluta contraddizione con quanto già stabilito dal precedente governo”. A questo punto entra in gioco il Def approvato nel giugno dello scorso anno. “Basta leggerlo per rendersi conto che non solo quelle somme ci spettano, ma che, contrariamente a quanto affermato in un’intervista da Schifani, erano previste, eccome”.
Ecco cosa dice il documento: “Con riferimento, invece, al punto concernente la retrocessione delle accise, di cui ai commi 830, 831 e 832 dell’articolo 1 della legge 296 del 2006, e tenuto conto di quanto statuito dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 62 del 2020 l’apposito Tavolo, dopo un serrato confronto, è addivenuto finalmente al riconoscimento della spettanza integrale della retrocessione per circa 600 milioni di euro annui alla Regione”. E ancora: “La questione è divenuta già oggetto di confronto in sede politica e con il sottosegretario delegato e il gabinetto del Ministro; ma se per il 2022 si potrà addivenire ad un compromesso circa l’entità di tale retrocessione, deve ritenersi che dal 2023 la spettanza vada integralmente riconosciuta alla Regione Siciliana”.
De Luca quindi si chiede: “Siamo di fronte a una banda di dilettanti allo sbaraglio o di lucidi killer della nostra terra?”. Il leader di Sicilia vera non ha dubbi: “Appare sempre più evidente che Schifani abbia scelto di svendere la Sicilia agli interessi unilaterali dello Stato italiano, così come appare sempre più evidente che non è più tollerabile questo atteggiamento da parte del governo regionale. Alla luce di tutto ciò Schifani deve dare risposte e se non le ha, così come siamo certi, deve dimettersi e ammettere le proprie responsabilità. Attendiamo da parte del presidente del parlamento siciliano Galvagno la convocazione urgente dell’Assemblea per affrontare questa tematica”.
A De Luca replica il vice presidente della Regione Luca Sammartino: “C’è una cosa che la politica, a tutti i livelli, dovrebbe fare: parlare ai siciliani con sincerità evitando polemiche artificiose e strumentali. È un principio a cui tutti dovremmo ispirarci, compreso l’onorevole Cateno De Luca”. “Nella quotidiana invettiva nei confronti del governo regionale sul tema dell’accordo che ha portato in Sicilia 200 preziosissimi milioni – prosegue – De Luca sembra giocare con le parole e gettare fumo negli occhi dei siciliani. Il Def al quale fa riferimento, infatti, ribadisce che qualunque quantificazione delle accise da riconoscere alla Sicilia debba passare attraverso un accordo tra Stato e Regione. Un invito, del resto, che emerge anche da due sentenze della Corte costituzionale. E infatti – aggiunge Sammartino – i 200 milioni ottenuti dal governo regionale grazie al grande lavoro del presidente Schifani, sono il primo segno dell’avvio di questo confronto tra governi. Già dal 2023, poi, la quota di compartecipazione sanitaria spettante alla Sicilia andrà ulteriormente diminuita con beneficio del bilancio regionale. Questa è la realtà, la verità che i siciliani hanno diritto di conoscere. Spero che le opposizioni, nel pieno diritto di svolgere il proprio ruolo di controllo nei confronti del governo, non perdano di vista i fatti. Farebbero solo un danno ai siciliani per meri scopi elettorali”.
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05 Gennaio 2023, 16:48