12 Ottobre 2016, 16:13
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PALERMO – Roberto De Zerbi sa che il lavoro che dovrà fare a Palermo è ancora in una fase quasi embrionale. Intervistato per la “Gazzetta dello Sport”, il tecnico rosanero ammette che c’è ancora tanto da fare, prima di vedere la versione definitiva della squadra che lui vorrebbe vedere, e far vedere in campo: “Siamo ancora distanti dal mio calcio. Sono l’ultimo arrivato in A, rispetto gli avversari ma pretendo che la mia squadra abbia la mentalità per fare sempre la partita. I giocatori si applicano e mi seguono. A Palermo ho puntato sulla difesa a tre, non per arroccarci ma per esaltare la qualità in fase offensiva degli esterni Rispoli e Aleesami. Ma non ho cambiato i princìpi dell’organizzazione tattica. Per me sono fondamentali la voglia di giocare, di proporsi. Al Palermo servono il coraggio e la consapevolezza che è più facile arrivare al risultato attraverso l’organizzazione”.
Non sono stati in pochi a sospettare che nel Palermo visto finora in campo, ci fosse lo zampino di Maurizio Zamparini. De Zerbi zittisce questi sospetti e fa capire che è lui a decidere chi va in campo e chi resta fuori, domenica dopo domenica: “Con il presidente ho instaurato un bel rapporto, restando me stesso, perché non riesco a mettermi una maschera per apparire in modo diverso. Capisce di calcio, è competente, parliamo due, tre volte a settimana, mai alla fine delle partite. Lui mi ha voluto, con il d.s. Faggiano e il consulente Gianni Di Marzio. Il presidente mai ha fatto pressioni sulle mie scelte. Già mi conosce bene, sa che alla fine decido io”.
Si passa poi all’analisi dei singoli protagonisti di questa prima parte di stagione in casa Palermo. Da capitan Diamanti alla rivelazione Aleesami, passando per l’uomo del momento, quell’Ilija Nestorovski che si sta guadagnando applausi e complimenti dopo qualche critica di troppo: “Diamanti è un modello: ha l’entusiasmo di un bambino e la saggezza di un giocatore di caratura internazionale. Per me, è un piacere allenarlo! Come lui, Gazzi e Vitiello sono altri leader. Nestorovski? Il presidente lo ha accostato, a giusta ragione, a Pippo Inzaghi. È veloce, ha il fiuto del gol, “sente” l’area di rigore. E quando riavrò Trajkovski e Quaison, magari vedrete un altro Palermo”.
Infine, il rapporto con i tifosi. La gente di Palermo vede in De Zerbi l’uomo giusto per dimenticare l’ultima complicata stagione, terminata con una salvezza troppo sofferta da conquistare. E lui spera di vedere un pubblico più vicino e affezionato nei confronti di chi suda la maglia ogni domenica: “I tifosi mi fermano per strada e mi parlano dei loro sogni. Li vorrei più vicini ai giocatori, che non sono scarsi e destinati alla retrocessione, come sono dipinti sin dal precampionato. Il Palermo merita affetto, sapremo ripagare”.
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12 Ottobre 2016, 16:13