Decreto sulla violenza di genere |Il Pm Scavo: “Misure utili”

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10 Ottobre 2013, 20:48

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CATANIA. Il decreto per il contrasto alla violenza di genere incassa il plauso del Procuratore aggiunto di Catania, Marisa Scavo. Una giornata importante, quella odierna, che ha visto l’approvazione alla Camera del decreto per il contrasto alla violenza di genere. Per un fortunato caso anche a Catania si è discusso di questi temi in occasione della cerimonia conclusiva del Premio Pirandello organizzata dall’Università etnea.

Marisa Scavo con il rettore Pignataro

Tra i relatori della premiazione c’è anche Marisa Scavo che ha discusso di “femminicidio e violenza di genere”. A margine della conferenza, la dottoressa Scavo ha esposto, ai microfoni di Live Sicilia Catania, le sue opinioni in merito al decreto approvato oggi alla Camera. “Le misure adottate da questo decreto legge sono abbastanza utili”. “In particolare è stata introdotta la possibilità per la polizia giudiziaria di disporre l’allontanamento momentaneo dalla casa coniugale”. Una misura pre cautelare che viene adottata su autorizzazione del Pm.

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Il procuratore aggiunto fa un esempio pratico. “Nel caso di una lite in famiglia dove non ci sono le profili per ravvisare il maltrattamento in flagranza di reato ma ci sono le ipotesi del reato di lesioni, la polizia giudiziaria può allontanare il soggetto violento dalla casa coniugale e inviare gli atti al Pm che chiede la convalida della misura (o potrebbe richiede una misura più grave)”.

Altrettanto positivo il giudizio espresso da Scavo sulle misure adottate rispetto al reato di stalking. “La querela una volta presentata diventa irrevocabile”. Una misura che corregge il tiro di una delle “discrasie” che si erano profilate quando venne introdotto il reato di stalking nel 2009: la querela poteva essere revocata”. “Con questa modifica, invece, la querela, una volta proposta, è irrevocabile”. Una misura già prevista in caso di violenze sessuali. Un altro provvedimento che piace al Pm è “l’aumento di pena del reato di stalking da quattro a cinque anni”.

Una necessità nata anche dalla legge “svuota carceri” che aveva aumentato il limite per richiedere la misura cautelare in carcere proprio a cinque anni. Ma la bontà di una legge non basta a contrastare un fenomeno così insidioso come la violenza di genere. “Leggi che vanno soprattutto applicate bene – dice la Scavo- è necessario che si attivi tutta una rete di supporto per la vittima che va dalla denuncia a quello della definizione del processo”. Il Procuratore aggiunto, inoltre, ricorda il ruolo fondamentale giocato dalla cultura, chiave di volta per scardinare il mandante morale dei delitti contro le donne: la mentalità maschilista. Un pensiero purtroppo pregnante nel nostro Paese, la stessa nazione in cui il delitto d’onore è rimasto in vigore fino al 1981.

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10 Ottobre 2013, 20:48

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