Viaggio alla zona industriale |Degrado e rifiuti speciali

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09 Febbraio 2013, 13:17

5 min di lettura

Eternit e pneumatici

CATANIA – Poi ci si chiede perché non ci sono investimenti o perché alcuni imprenditori decidono di lasciare Catania. La risposta non serve trovarla in bilanci, carte e burocrazia, ma basta fare un giro nella zona industriale. Segnaletica inesistente, rifiuti speciali ai margini delle strade, capannoni fatiscenti e abbandonati, eternit nei terreni dove a pochi passi pascolano i bovini, scarsa illuminazione, pensiline consumate dal tempo, buche nell’asfalto. Una storia risaputa e denunciata. Troppe volte.

Micro discariche a cielo aperto

La fotografia di un fallimento: la gestione delle Asi. In questo grande quartiere industriale: insediamento di importanti realtà anche internazionali, ogni giorno si recano migliaia di lavoratori che vivono, respirano, si muovono tra queste strade. Qui la sicurezza da anni è un optional.

“La situazione è sempre la stessa di qualche anno fa – denuncia Luca Vecchio della Ugl metalmeccanici – ovvero pericolosissima, perché non ci sono le segnaletiche e le strade sono costruite male, anche quelle nuove”. Luca lavora alla St Microelectronics e per raggiungere il posto di lavoro, ogni giorno, è costretto a fare manovre ai limiti della sicurezza: “Allo svincolo del modulo M6 è stato costruito uno svincolo che va ad invadere la corsia delle macchine che provengono da Siracusa. Infatti sei costretto un’inversione di marcia contro il codice della strada”.

Bovini al pascolo a pochi passi dalle micro discariche

Quando la mattina il cielo è grigio i lavoratori della zona industriale si affidano alla clemenza delle previsioni meteo. “Quando piove – racconta ancora il sindacalista – le strade specie nella zona dove è ubicato il modulo M6 praticamente si allaga. Qualche anno fa abbiamo anche presentato un esposto alla procura della repubblica ma non è cambiato assolutamente niente: non è stato fatto nessun intervento. Il canale di gronda – continua Vecchio – dove vanno a confluire tutte le acque è molte volte ostruito”.

E i problemi non sono finiti. “L’illuminazione è carente – afferma il segretario della Ugl – spesso, addirittura, manca la luce”. Ed i rifiuti: l’eternit è visibile perché è in mezzo alla strada. “Molti capannoni incendiati della zona industriale risultano – evidenzia – costruiti in eternit e non sono stati bonificati”. Necessario, questo, per garantire la tutela della salute pubblica.

“Tanti buoni propositi – incalza Vecchio – ma non si è visto mai nessuno. Vista la densità della popolazione avevamo chiesto anche un presidio medico e del 118, che è stato soppresso. Non ci sono ambulanze e quando capita un incidente, ovviamente, – racconta – i soccorsi arrivano in ritardo”.

Una fermata abbandonata dell'autobus

Sul fronte del trasporto urbano i servizi, a detta dell’Ugl, sono insufficienti. “Parliamo di quasi 10 mila lavoratori che ogni giorno raggiungono la zona industriale e le tratte dell’Amt non coprono le necessità. Molti infatti si spostano con il proprio mezzo. Abbiamo chiesto più volte l’attivazione di navette e pullman speciali, ma anche in questo caso le nostre richieste sono cadute nel dimenticatoio. Parliamo di 10 mila persone – ribadisce Luca Vecchio – più di un paese, ma nonostante questo viene tutto lasciato – sentenzia – nell’inciviltà più assoluta”.

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Uno scenario di degrado quello della zona industriale su cui più volte hanno alzato la voce gli imprenditori. “La città aspetta un intervento decisivo, è venuto il momento di fare da soli”. è la netta posizione de Il Tavolo per le Imprese che promuove uno strumento operativo di semplice realizzazione: il Contratto di Rete.

Rifiuti ai margini delle strade

“Da troppo tempo gli imprenditori – affermano – segnalano le inefficienze della zona industriale. Noi proponiamo la stipula di un contratto di rete tra le imprese, una forma di collaborazione e di integrazione che prevede l’istituzione di un fondo patrimoniale. Anche in altre parti d’Italia le imprese si aggregano per realizzare i rispettivi obiettivi strategici, senza però rinunciare alla propria autonomia”.

 

Alfonso Cicero

Ma di chi è la competenza delle zone industriali? Il nuovo ente regionale che gestisce le ex Asi è l’Irsap, nato da poco più di un anno. Alfonso Cicero, commissario straordinario dell’Irsap, è consapevole dei problemi. “Mi sono insediato a dicembre – afferma a LiveSiciliaCatania – e stiamo lavorando a pieno regime per avviare questa nuova macchina. E’ stato già nominato il direttore generale ed ora si potrà finalmente operare”. La situazione non è semplice: 200 milioni di euro di debiti da ripianare. “La zona industriale di Catania – assicura – è una delle nostre priorità, insieme ad altri insediamenti industriali della Sicilia”. In queste settimana stiamo cercando di rendere efficienti gli uffici periferici e stiamo cercando con i dirigenti di ogni territorio di redigere un report sullo stato di ogni area. I problemi, purtroppo, sono comuni”.

Eternit (particolare)

Come avete intenzione di operare? “Abbiamo già approvato il bilancio 2012 – dichiara Cicero – e stiamo elaborando il bilancio di previsione 2013 dove è inserito il piano delle opere triennale dove sono inseriti tutti gli interventi che io chiamo servizi essenziali”. A cosa si riferisce? “Servizio idrico, illuminazione, manutenzione strade e – aggiunge – per me è un servizio essenziale anche la video sorveglianza”. Su Catania, Cicero ha già avviato e manifestato completa apertura per il progetto di intermodalità: con particolare riferimento alla riqualificazione del nodo ferroviario di Bicocca. “E’ nostra volontà intervenire consapevoli delle enormi difficoltà finanziarie – conclude Cicero – perché bisogna lavorare con l’obiettivo di attrarre investimenti, e le zone industriali rappresentano il nostro biglietto da visita”. Cicero è pronto a dialogare con parti sociali, sindacati e associazioni imprenditoriali per programmare lo sviluppo delle aree industriali.

Silvio Ontario

Fiducioso che l’istituzione dell’Irsap porti un’inversione di rotta è Silvio Ontario, presidente dei Giovani Industriali di Sicilia e imprenditore catanese. “Avere finalmente una governance stabile – afferma a LiveSiciliaCatania – è un fatto positivo. Le Asi erano solo dei carrozzoni e delle macchine mangiasoldi: l’Irsap – spiega Ontario – ha un Cda composto da 11 membri, prima venivano elargiti compensi per 400 persone. Ora l’obiettivo è creare un habitat diverso dell’intera zona industriale che è nel completo abbandono. Io recentemente sono stato in Tunisia – racconta – e lì non ho visto gli stessi livelli di degrado. Noi – promette – vigileremo sulle azioni di questa nuova governance che, secondo noi, deve avere come target anche quello di sburocratizzare la macchina e snellire i procedimenti. Solo così si potranno creare le condizioni idonee per le imprese che già sono insediate nella zona industriale di lavorare al meglio e di poter attrarre nuovi investitori”.

 

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09 Febbraio 2013, 13:17

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