“Dehors, cabine, Gesip e concorsi| Vi racconto due anni da sindaco”

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22 Maggio 2014, 06:10

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PALERMO – Due anni fa, forte di percentuali bulgare, faceva il suo ingresso ufficiale a Palazzo delle Aquile per il passaggio di consegne (valige in mano) con il commissario Luisa Latella. Oggi il sindaco Leoluca Orlando, con Livesicilia, traccia un bilancio di questi primi 24 mesi e snocciola gli obiettivi per il resto della sindacatura: dai nuovi concorsi interni ed esterni al centro storico, da una grande assemblea con i cittadini alla Gesip, dai burocrati comunali a un cimitero per i non cattolici, dai conti in ordine al turismo, dai dehors alla movida. E avverte: “Alcuni salotti vanno solo in soccorso dei vincitori, non abbiamo cosa farcene di alcuni pseudo-intellettuali. Non sono soddisfatto perché alcuni palermitani continuano a soffrire”.

Signor sindaco, partiamo da questi due anni. Che bilancio si può fare del primo scorcio della sua sindacatura?
“Potremmo dire missione compiuta. Il primo dovere era quello di sopravvivere, per poi vivere e crescere. Il sistema finanziario del Comune, comprensivo delle partecipate, era tecnicamente in default a causa delle aziende e della mancanza di iniziativa nel reperimento di risorse europee e nazionali. L’amministrazione e il suo sindaco sono stati seduti su un polveriera per due anni col rischio che scoppiasse, un rischio forte che ho affrontato non trincerandomi all’indomani della mia elezione dietro la constatazione del dissesto e l’attribuzione della responsabilità a chi mi ha preceduto. Abbiamo rischiato interloquendo con la Corte dei Conti e ponendo rimedio ad anni di sfascio e all’assoluta inconcludenza della gestione commissariale, condizionata nella dichiarazione di dissesto probabilmente dalla conseguente incandidabilità dei 50 consiglieri uscenti responsabili di quella amministrazione che ha provocato il dissesto”.

Cosa rivendica di aver ottenuto in 24 mesi?
“Per prima cosa voglio ringraziare l’intero consiglio comunale che ha consentito una gestione quasi commissariale degli aspetti finanziari del Comune, un altissimo senso di responsabilità se è vero come è vero che abbiamo approvato due bilanci preventivi e due consuntivi in appena dieci sedute con un numero ridottissimo di emendamenti, se è vero come è vero che, rispetto a vicende delicatissime come Amia fallita e Gesip non dichiarabile tale, abbiamo tutelato oltre 4 mila lavoratori e relative famiglie. In questi due anni il lavoro che si è fatto è stato oscuro e grigio, come testimoniato dalle occhiaie, ma non facile da comunicare, però abbiamo iniziato a rianimare la città mettendo in cantiere atti di progetto per il futuro. In primo luogo utilizzando le risorse europee, e mi limito a far notare che grazie alle risorse europee attivate dal Comune l’intera Regione ha superato la soglia minima al di sotto della quale sarebbero stati revocati i fondi concessi. Un dato per tutti: nel 2011 dalla grande Europa alla grande metropoli di Palermo sono arrivati 35 mila euro, nei primi sei mesi del nostro mandato abbiamo riattivato centinaia di milioni che erano sul binario morto. Abbiamo presentato, grazie all’ottimo lavoro svolto dall’area risorse Extra-regionali e come prima metropoli d’Italia, il Pon Metro che prevede significativi interventi di innovazione tecnologica e inclusione sociale da via Lincoln ad Acqua dei Corsari, in pratica l’oltre-Oreto che è l’obiettivo forte degli interventi dell’amministrazione che non a caso ha indicato essere quella l’area dove realizzare un acquario con fondi privati. Siamo stati tra le prime città d’Italia ad approvare il Pon legalità dedicato alle borgate di Sferracavallo, Mondello e della costa dell’area di Montepellegrino, oltre a Zen e Borgo Nuovo. Abbiamo recuperato i fondi ex Gescal per due programmi di riqualificazione urbana di Borgo Nuovo e dello Zen, anche questi in un binario morto, e abbiamo ripulito il piano triennale delle opere pubbliche da previsioni finte che servivano solo a tenere in vita incarichi professionali altrettanto finti. Abbiamo attivato un processo di restituzione al Comune dei porti della città con un’interlocuzione con l’Autorità portuale che sembra aver finalmente compreso essere inaccettabile la separazione tra la gestione degli otto porti con le otto borgate che afferiscono agli stessi. Le spese per gli investimenti sono passate dal -1% al 28% attuale. Abbiamo attivato processi di internazionalizzazione della città con rapporti bilaterali forti, siamo l’unica città siciliana che ha vissuto un sensibile aumento della presenza di turisti stranieri per effetto anche dell’ottima gestione dell’aeroporto da parte della Gesap che è riuscita ad attrarre negli ultimi sei mesi ben quattro compagnie che si sono aggiunte alle precedenti nell’usare Punta Raisi come base. Abbiamo dato tutto il sostegno possibile ai teatri pubblici e privati, dopo anni di disinteresse da parte dell’amministrazione, dando anche un sostegno agli operatori privati teatrali che animano la vita culturale della città. Abbiamo posto le premesse dello sviluppo organico con il Put, il Pudm e le linee direttive del Prg. Abbiamo costituito la Rap con un complicatissimo percorso che ha messo in sicurezza la nuova azienda e i posti di lavoro, dopo un fallimento frutto di falsi in bilancio e ruberie di ogni genere. Abbiamo messo in sicurezza le partecipate chiudendo il contenzioso con l’Amat al fine di preparare l’azienda ad essere punto di riferimento per la gestione del tram e dell’anello ferroviario, attribuendole il ruolo di punto di riferimento del trasporto intermodale dell’area metropolitana di Palermo in sinergia con Gesap, Autorità portuale, le Ferrovie, il ministero e l’Anas. Abbiamo affrontato i problemi delle attività commerciali trovando una soluzione di buon senso dopo una inopportuna ordinanza del commissario Latella che prevedeva di mettere in ginocchio gli esercizi per piccole infrazioni, che a volte erano solo un tentativo di abbellimento del suolo pubblico. Abbiamo promosso con forza la consulta delle culture che fa oggi di Palermo il punto di riferimento in Europa nella cultura dell’accoglienza. Si è fatta un’opera di censimento delle condizioni di degrado del centro storico al quale il vicesindaco Emilio Arcuri, nuovo assessore competente, sta dando una risposta organica che non si limita a constatare le condizioni di degrado, ma che interviene per mettere in sicurezza e recuperare, anche con provvedimenti coercitivi nei confronti dei privati. Abbiamo candidato Palermo a capitale dello sport cogliendo questa candidatura come un’occasione per una nuova attenzione allo sport in città e, al di là dell’esito burocratico della candidatura a capitale europea della cultura, realizziamo puntualmente il programma come se fossimo in gara, come dimostra il nuovo Ecomuseo del mare”.

Però la luna di miele tra lei e alcuni pezzi della città sembra ormai finita. In molti cominciano a muoverle delle critiche…
“Sono gli stessi settori della città che, in cambio di un piatto di lenticchie, sono stati zitti per 10 anni. Io sono il sindaco della città, non di qualche salotto. Alcuni salotti li conosco bene, praticano lo sport di correre in soccorso del vincitore. Oggi posso avere quella determinazione che per due anni non ho avuto, sapendo che dovrò occuparmi certamente del centro storico ma sapendo anche che i quartieri in periferia meritano la stessa attenzione e rispetto. L’ho detto e lo ripeterò sempre: non abbiamo cosa farcene di pseudo-intellettuali che parlano di centro storico. Io acquisisco meriti perché mi interesso della città, e anche del centro storico avendo scelto Arcuri che ha sempre creduto nel centro storico. All’imprenditoria privata abbiamo dato un segnale concreto per la realizzazione di alloggi di edilizia economica senza consumo di suolo, usando aree industriali abbandonate. Abbiamo avviato la finanza di progetto per la Fiera del Mediterraneo perché sorga lì un centro congressi assente a Palermo per 4 mila posti”.

A proposito, a che punto è il bando?
“Stiamo nominando la commissione che entro breve dovrà aprire le buste e formulare la proposta all’amministrazione comunale. Voglio inoltre aggiungere che siamo riusciti a mettere i conti in ordine senza fare mai ricorso ad anticipazioni di cassa, con un rigoroso lavoro che è servito ad evitare di pagare interessi onerosi al sistema bancario a causa dei ritardi nell’erogazione delle somme dovute dallo Stato e dalla Regione. Quando incontro i sindaci di Parma, Roma, Napoli, Catania, Messina o Reggio Calabria vengo considerato fortunato per le condizioni del bilancio, è stato il frutto di duro lavoro e occhiaie. Nonostante questo non sono soddisfatto perché i palermitani continuano a soffrire”.

A chi si riferisce?
“Soffrono coloro che non hanno casa e vivono l’emergenza alloggiativa per la quale abbiamo programmato interventi dopo le Europee, per evitare strumentalizzazioni e passerelle. Convocheremo d’intesa con i capigruppo una seduta ad hoc del consiglio per dar conto di quello che il Comune farà e chiedere a Iacp, Regione, Stato e privati di fare la propria parte. Non posso essere contento perché permangono le incertezze sulla Gesip, per la quale viene confermato l’impegno dell’amministrazione a garantire continuità dei servizi a cui corrisponde anche la continuità dei rapporti di lavoro. Permangono altri problemi che stiamo affrontando nei diversi settori, come le condizioni degli abbonamenti speciali per il trasporto pubblico per categorie deboli e meritevoli di attenzione. E’ evidente che in questo elenco mancano moltissimi altri problemi ed emergenze che costituiscono precise indicazioni per gli assessori della giunta e che costituiranno un criterio di riferimento per i nuovi dirigenti alla scadenza dei contratti biennali. Abbiamo iniziato con la revisione della giunta per mandare un chiaro segnale alla struttura burocratica del Comune, di cui ho assunto la responsabilità prendendo la delega allo Sviluppo organizzativo e non solo di Personale e vigili, avendo come noto definito il contratto decentrato e avendo avviato l’interlocuzione con sindacati per sviluppi positivi, se come noi ci auguriamo si scenderà sotto il fatidico 50% del rapporto tra la spesa corrente e la spesa per il personale. Prima la scarsezza finanziaria di ricevere risorse aveva portato la percentuale al 64%, adesso ho motivo di ritenere che acquisite le certificazioni delle aziende scenderemo sotto il 50% approvando il piano del fabbisogno e il programma delle assunzioni, d’intesa con i sindacati”.

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Insomma, nuovi concorsi in vista?
“Questo consentirà di affrontare il problema della scuola dell’infanzia e di un inizio di adeguamento dell’orario dei lavoratori part-time, oltre alla possibilità di concorsi interni ed esterni anche ai fini di consentire all’amministrazione di avere progressioni di carriere all’interno. Sarà un’operazione limitata dalle limitate risorse, ma poterla annunciare è una grande svolta”.

Che impegni prende con i palermitani per i prossimi anni?
“Io prendo impegni a sei mesi: la Favorita come annunciata in campagna elettorale, ovvero un nuovo Teatro Massimo; definire l’intesa con l’Autorità portuale; una città pulita e un verde curato. Avvieremo entro sei mesi la pratica per un cimitero dei non cattolici e per quello nuovo a Ciaculli, con luoghi di culto diversi da quelli cristiani. Sulle aziende abbiamo di fatto eliminato i disallineamenti che rendevano sostanzialmente falsi i bilanci del Comune e delle partecipate e sottoposto a unica cabina di regia le partecipate che non possono essere corpi separati rispetto alle scelte del sindaco. Un messaggio chiaro dato anche con le sostituzioni di presidenti, che non avevano compreso che non bastava essere persone per bene per continuare con vecchie pratiche autoreferenziali da caricare sul bilancio del Comune. Sul centro storico Emilio Arcuri sta preparando un piano organico di intervento sul degrado, Giusto Catania invece verrà valutato nei sei mesi dai chilometri quadrati di pedonalizzazioni e piste ciclabili”.

“Solo” questo?
“Tutto il resto che abbiamo fatto, facciamo e faremo sarà oggetto di comunicazione continua ai cittadini avendo programmato per giugno una grande assemblea cittadina che ascolti la città. Il che si unisce alle tante sollecitazioni che vengono dai palermitani, come l’appello di 200 cittadini che hanno dimostrato amore per la città con proposte concrete che saranno oggetto di un incontro con la giunta”.

Possiamo dire addio alle cabine?
“L’impegno è non avere cabine in futuro, quest’anno non si potevano mettere in ginocchio gli operatori economici che avevano già stipulato contratti. Abbiamo chiesto che, in conformità alla recente giurisprudenza, corrispondessero le somme al Comune per la presenza delle cabine, il che è un patto urbanistico con la città”.

I commercianti aspettano anche dehors e movida…
“Emaneremo nuove ordinanze che contemperino attività economiche e vivibilità. Subito dopo le Europee, anche qui per evitare passerelle elettorali, ho chiesto agli assessori e ai capigruppo di chiuderci in una stanza per trovare soluzioni condivise che escano fuori dalla logica di permesso e divieto, ma che siano uno slancio per l’economia perché torni a Palermo quello che l’amministrazione Orlando realizzò coi caffè-concerto. Sulla movida faremo una nuova ordinanza confrontandoci con il governo: la movida riguarda la rianimazione della città, ma non può essere un paravento per gli abusivi e gli spacciatori”.

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22 Maggio 2014, 06:10

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