22 Marzo 2014, 17:52
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PALERMO – La lettera è stata protocollata pochi giorni dopo la pubblicazione dell’inchiesta su Livesicilia. L’assessorato alle Risorse agricole, prendendo spunto da notizie apprese “su organi di stampa”, appunto ha stoppato la riorganizzazione delle strutture dell’Esa. Una decisione che aveva portato alla creazione, di fatto, di cinque nuove posizioni dirigenziali. Attualmente guidate ad interim da Maurizio Cimino, direttore generale dell’ente. E non solo. Lo stesso assessorato ha anche rimandato indietro gli ultimi tre bilanci dell’ente. Da rifare. L’Esa, insomma, è in pieno caos amministrativo.
La decisione annullata dall’assessorato fa riferimento a una delibera della metà del 2012, resa esecutiva prima da una delibera di giunta, quindi da una decisione del Commissario straordinario. Questa prevede l’adeguamento a quanto previsto dalla legge 10 del 2000. Il direttore generale dell’Esa, per farla breve, ha previsto l’istituzione di cinque nuove strutture intermedie. Che dovranno essere coperte da cinque dirigenti. “Ma al momento non ne abbiamo disponibili” spiegava il direttore Cimino. Un vero paradosso, in un ente dove 23 persone ritengono di aver diritto alla qualifica di dirigente. Una pretesa finita anche in un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Palermo dal Movimento cinque stelle.
Il direttore generale nel frattempo ha anche provveduto alla “pesatura” di queste strutture. Un calcolo dal quale è stato tirata fuori anche la retribuzione di parte variabile destinata ai dirigenti. Cimino, nell’attesa di “reperire” i cinque dirigenti ha avocato a sé l’interim di queste cinque direzioni. Che costano (o costeranno) circa 19 mila euro l’anno ciascuna. A chi sarebbero andati quesi soldi? “Non a me – precisava Cimino a Livesicilia – quegli interim non fanno che aumentare le responsabilità, senza assicurarmi un euro in più”.
Ma il sospetto che quei soldi comunque sarebbero andati a qualcuno, in netta controtendenza con ogni principio di risparmio e spending review, è così forte che gli uffici dell’assessorato Risorse agricole incaricati della vigilanza sugli enti hanno stoppato tutto. “Con semplici ordini di servizio – scrive l’assessorato – il direttore generale avrebbe provveduto a riorganizzare l’ente ed assegnare incarichi e personale alle nuove strutture, richiamando l’articolo 13 del regolamento di organizzazione dell’ente. In applicazione ai contratti collettivi vigenti – precisa però l’assessorato – la riogranizzazione amministrativa è materia di relazioni sindacali, ma soprattutto è il principale oggetto del nuovo ‘regolamento di organizzazione’ da elaborare in applicazione alla deliberazione di giunta 400 ma che non risulta approvato né trasmesso agli Organi di vigilanza per quanto di competenza”. Insomma, la decisione di Cimino sarebbe unilaterale e quantomeno “irrituale”. Ma l’assessorato adesso vuole vederci chiaro: “Si invita – scrive infatti nella lettera indirizzata al commissario straordinario Calanna e al direttore generale Cimino – a sospendere con effetto immediato l’esecutività degli ordini di servizio sopra citati e fornire una dettagliata relazione in merito”.
Ma il marzo nero dell’Esa era iniziato con un’altra lettera, firmata anche dal dirigente generale del dipartimento Risorse agricole Rosaria Barresi, che ha rimandato indietro i bilanci di previsione degli anni 2011, 2012 e 2013. “Non è più possibile provvedere alla loro approvazione – si legge nel documento – essendo trascorso l’anno di riferimento a cui si riferiscono. Viene a mancare, quindi, la possibilità di stabilire l’esecutività della gestione economico-finanziaria. Il bilancio di previsione ha, infatti, un essenziale carattere autorizzativo per l’anno di competenza e costituisce preciso limite agli impegni di spesa”. Come dire: un bilancio di “previsione” non può essere stilato quando già tutto è stato… previsto.
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22 Marzo 2014, 17:52