Delitto Raciti, Speciale ricorre in Cassazione

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05 Maggio 2012, 11:45

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”Manca la prova dell’impatto” del sottolavello con l’ispettore di polizia e non c’e’ ”alcun testimone”. Cosi’ l’avvocato Giuseppe Lipera nel ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’appello per i minorenni che il 21 dicembre del 2011, ha condannato Antonino Speziale a otto anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale di Filippo Raciti, morto, il 2 febbraio del 2007, durante gli scontri nel derby di calcio Catania-Palermo. Il legale chiede che la sentenza ”venga annullata senza rinvio” o che l’imputato sia ”assolto perche’ il fatto non sussiste o in subordine per non averlo commesso”.

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Secondo il penalista, ”non c’e’ certezza delle presenza dell’ispettore Raciti davanti al portone della Curva Nord dello stadio Massimino all’ora del presunto impatto”, e neppure che ”il sottolavello ritenuto ‘corpo del reato’ sia idoneo a cagionare le lesioni mortali”. L’avvocato Lipera ritiene che ”non c’e’ certezza sulla descrizione di Raciti sul suo aggressore” e che ”non c’e’ certezza che non possa essersi verificato un altro evento lesivo” mortale. Infine il penalista pone un quesito tecnico sul reato: poiche’, scrive nel ricorso, e’ dimostrato che il lavello e’ stato lanciato in aria e non c’era dolo, la volonta’ di uccidere, il capo d’accusa dovrebbe essere di omicidio colposo e non preterintenzionale. Per questo, in subordine, chiede un rinvio a un altra Corte per la riqualificazione del reato.

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05 Maggio 2012, 11:45

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