23 Novembre 2015, 16:03
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PALERMO- La Corte di appello di Palermo ha rigettato, dichiarandolo inammissibile, l’incidente d’esecuzione con cui la difesa di Marcello Dell’Utri, condannato a sette anni per concorso in associazione mafiosa, aveva chiesto la revoca del verdetto di colpevolezza. Per i legali dell’ex senatore di Forza Italia la condanna sarebbe illegale. Alla base della loro richiesta i legali citavano la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo sul caso dell’ex funzionario del Sisde Bruno Contrada: per i magistrati europei, che hanno condannato l’Italia a risarcire i danni all’imputato che ha scontato una pena di 10 anni, il verdetto sarebbe stato illegale in quanto sino al ’94, periodo a cui si riferivano i fatti contestati a Contrada, il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non era sufficientemente chiaro. Per la Corte Edu solo a partire dal ’94 la giurisprudenza avrebbe dato indicazioni chiare per una individuazione della fattispecie. Tesi, quella della Corte europea, che i legali di Dell’Utri ritenevano applicabile anche al loro assistito, condannato per, lo stesso reato, per fatti antecedenti al ’92, prima, dunque, che il concorso ricevesse la doverosa specificazione giurisprudenziale.
“Va rilevato – scrive la Corte presieduta da Raimondo Lo Forti, giudice a latere Daniela Troja e Mario Conte – che, così riportato, l’incidente di esecuzione risulta inammissibile per difetto di una previsione normativa che consenta al giudice dell’esecuzione di revocare una sentenza di condanna in presenza di una sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo pronunciata nei confronti di un soggetto diverso e nell’ambito di altra procedura”. La Corte spiega che la legge italiana prevede l’incidente di esecuzione solo “nei casi di abrogazione o dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice”. Inoltre i giudici escludono che la sentenza Contrada possa essere considerata “sentenza pilota”, come ritenuto dalla difesa di Dell’Utri. Infine la Corte di appello ha rigettato la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Procura generale di Palermo che si era opposta comunque alla richiesta dei legali di Dell’Utri, del reato di concorso esterno in associazione mafiosa ritenendola manifestamente infondata. (ANSA)
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23 Novembre 2015, 16:03