07 Settembre 2015, 10:20
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AGRIGENTO – Tensione nella Valle dei Templi dove le ruspe sono pronte da circa mezz’ora per abbattere la villetta in contrada Maddalusa, abitata sia in estate che in inverno da una famiglia di 5 persone, e realizzata in zona “A”, a inedificabilità assoluta. L’immobile rientra nell’elenco degli 8 manufatti abusivi per cui il Comune di Agrigento, dopo gli ultimatum della Procura della Repubblica, ha realizzato una gara d’appalto per la demolizione. I mezzi e gli operai della ditta aggiudicataria, di Palma di Montechiaro (Ag), però non entrano in azione perché seduto davanti al cancello della residenza c’è l’avvocato Giuseppe Arnone, difensore della famiglia agrigentina. Arnone, ex di Legambiente e principale volto della lotta contro gli abusi edilizi nella Valle dei Templi, come aveva annunciato con una nota di diffida inoltrata alla Procura ieri sera, sta cercando di bloccare le ruspe. Arnone ha dato vita a uno scontro verbale con i funzionari del comune e gli uomini della Digos.
Degli otto manufatti abusivi, realizzati in zona “A” del parco archeologico, fino ad ora sono stati demoliti coattivamente un ovile e un muretto di cinta in contrada Poggio Muscello. Autonomamente, da parte dei proprietari, sono stati rasi al suolo un edificio di circa 60 metri quadrati in via degli Imperatori; un edificio che ospitava la cucina di un ristorante sulla collina tra via Cavaleri Magazzeni e Poggio Muscello e un magazzino di contrada Cugno Vela. Secondo il calendario, stilato dal Comune di Agrigento e trasmesso alla Procura della Repubblica, dopo la villetta di contrada Maddalusa, le ruspe, nei prossimi giorni, si sposteranno in via Afrodite, una traversa del viale Emporium a San Leone, ed abbatteranno le ultime due costruzioni abusive.
*Aggiornamento ore 11.04
Gli operai, davanti ai funzionari del comune di Agrigento e della Digos incaricati di eseguire le disposizioni giudiziarie, hanno sfondato il cancello e la porta della villetta che deve essere demolita in quanto ricade in zona “A”, a inedificabilità assoluta. Dentro c’è anche Giuseppe Arnone, l’avvocato della famiglia, proprietaria dell’immobile, che continua a protestare sostenendo l’illegittimità del provvedimento. “Io ho la custodia dell’immobile – dice Arnone – e i funzionari del comune non hanno voluto verbalizzare quanto ho scritto nella diffida già trasmessa al Tribunale. Stanno facendo una forzatura, ho avuto uno scontro fisico con gli agenti che stanno tenendo a distanza anche gli organi d’informazione, la mia è una resistenza passiva”. Arnone riferisce che gli operai stanno svuotando la villetta e denuncia che “i lavoratori stanno operando senza le attrezzature e l’abbigliamento previsto dalla legge, come caschi, scarpe e tesserini”.
Gli operai stanno rimuovendo gli ultimi arredi e suppellettili rimasti dentro i locali. Tutto viene portato in un casolare che si trova a poca distanza. Nonostante le accese proteste da parte dell’avvocato, Giuseppe Arnone, le operazioni procedono sotto il controllo di polizia e carabinieri, poi seguirà la demolizione. Rimossi arredi e suppellettili è verosimile che gli operai passino alla rimozione delle lastre di eternit che ricoprono il tetto del manufatto.
*Aggiornamento ore 14.45
Le ruspe sono ripartite ma molti residenti nelle case limitrofe si sono seduti per impedire il transito dei mezzi. Gli operai della ditta aggiudicataria dei lavori si sono rifiutati di proseguire nell’opera. In molti sono scoppiati in lacrime durante le prime operazioni . Applausi per gli operai che hanno lasciato la ruspa di hanno abbandonato il mezzo. (Alan David Scifo)
Aggiornamento 16,30
Dopo un guasto, le ruspe hanno acceso i motori mentre le forze dell’Ordine hanno allontanato i residenti del quartiere che in massa hanno protestato contro l’inizio dei lavori. Gli operai hanno abbattuto la prima parte dell’edificio per la seconda parte si dovrà aspettare la bonifica del tetto in eternit.
Arnone ha assunto la difesa della famiglia Piraneo, poiché “vittima di una serie di atti illegali ed arbitrari”, scrive lo stesso avvocato. La difesa si è già estrinsecata con un atto di diffida nei confronti della Procura. Arnone non si è, dunque, schierato in linea di principio in favore dell’abusivismo. “Sono ancora componente del massimo organismo dell’associazione ambientalista, ossia Legambiente, ed in atto sono impegnato pure in importanti battaglie a difesa della Valle dei Templi”, aggiunge Arnone. (A. Scifo)
(ANSA)
Pubblicato il
07 Settembre 2015, 10:20