11 Gennaio 2022, 15:46
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PALERMO – Il 10 aprile 2021 Maria Angioni, ex pubblico ministero a Marsala e titolare delle prime indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone, oggi in servizio come giudice del lavoro a Sassari, inviò una email alla Procura.
Un ipotetico testimone oculare le aveva detto che l’autore del sequestro era Giuseppe Della Chiave. Nella stessa e mail il luogo dell’avvistamento veniva indicato, però, non più a Mazara del Vallo, ma a Pescara. Come se “in un ipotetico teletrasporto spazio-temporale Della Chiave e la moglie Loredana Genna- scrivevano i pm nella richiesta di archiviazione – individuati a Mazara in motorino si fossero magicamente trasferiti a Pescara a bordo di un treno”.
Giuseppe Della Chiave era già finito sotto inchiesta e la sua posizione era stata archiviata nel 2015. Stessa cosa avviene oggi. La sua è la prima posizione presa in esame dal giudice per le indagini preliminari Sara Quittino. Peraltro alla richiesta di archiviazione non si è opposta neppure Piera Maggio, mamma della piccola Denise.
Nel 2013, Battista Della Chiave, sordomuto e allora settantaquattrenne, con il linguaggio de segni spiegò di avere visto una bambina che somigliava a Denise in braccio a suo nipote Giuseppe, fidanzato dell’amica di Anna Corona, Loredana Genna, Il nipote si sarebbe allontanato con una bambina in scooter.
Alcuni media nei mesi scorsi hanno ripreso le vecchie affermazioni di Battista Della Chiave, dandogli una diversa lettura. L’anziano avrebbe parlato di due uomini che “hanno rapito la bambina con una motocicletta, superato un cavalcavia e poi nascosta in una barca con i remi sotto una coperta e sono andati via. La bambina piangeva. La moto è stata buttata in mare”.
L’interesse mediatico ha acceso i ricordi di una sfilza di improbabili testimoni. Fra questi la “sedicente testimone” che scrisse ad Angioni sul ruolo di Giuseppe Della Chiave nel sequestro. Il giudice, però, definisce le sue ricostruzioni “fantasiose” e aggiunge che “in maniera pressoché delirante appariva raccontare in modo piuttosto confuso eventi da lei asseritamente realmente vissuti frammisti a teorie del tutto personali sull’andamento dei fatti. D’altro canto la mitomania delle segnalazioni era resa evidente anche dalle sue richieste di aiuto in relazione ad una graduatoria per l’insegnamento e ad un giudizio amministrativo che aveva intentato contro il Miur”.
In ogni caso la Procura di Marsala ha messo sotto intercettazione Della Chiave, la moglie e gli altri componenti della famiglia. Nulla è emerso sul loro coinvolgimento. C’è un ulteriore elemento: lo zio Battista, presunto testimone oculare, è morto nel febbraio 2015. Dunque ogni approfondimento sulle sue dichiarazioni è impossibile. Da qui la nuova archiviazione.
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11 Gennaio 2022, 15:46