Denunciò un falso dentista | Processato per calunnia e assolto

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13 Dicembre 2018, 16:11

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PALERMO- Ha denunciato un sedicente collega per esercizio abusivo della professione e si è ritrovato sotto processo per calunnia. Condannato in primo grado, è stato assolto oggi dalla corte d’appello di Palermo con la formula “perché il fatto non sussiste”.

La storia è cominciata quando l’odontoiatra palermitano Mario Imburgia, spinto anche dall’invito dell’Ordine a denunciare fenomeni di abusivismo nell’esercizio della professione, segnalò che il sedicente collega Domenico Genduso non aveva i titoli per esercitare. Genduso si era laureato in Medicina nel 2000 e una legge del 1985 disponeva che per accedere alla professione di odontoiatra fosse necessario invece possedere la laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria. Grazie a un decreto rettoriale ad personam, firmato all’epoca dall’ex rettore Silvestri, Genduso venne ammesso, però, a partecipare agli esami di abilitazione all’esercizio della professione che superò nella seconda sessione del 2004.

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Imburgia, ora difeso dagli avvocati Massimo Motisi e Raffaele Restivo, segnalò l’anomalia nel rilascio dell’autorizzazione e, per tutta risposta, Genduso lo denunciò per calunnia. Il medico solerte fu condannato a un anno e 4 mesi e per lui scattò anche il procedimento disciplinare. La sua battaglia però non è caduta nel vuoto e gli Ordini locali, la Federazione nazionale (Fnomceo) e il ministero della Salute hanno approfondito meglio la questione dell’iscrizione di Genduso, coinvolgendo l’Università, e accertando che la sua posizione era viziata fin dall’origine e che il dottore – per la legge – non aveva i titoli per esercitare la professione. Nel 2018 Genduso è stato cancellato dall’Ordine di Trapani e il 10 dicembre è arrivato anche l’annullamento del decreto rettoriale (giudicato illegittimo dalla stessa Università) e della conseguente abilitazione ottenuta nel 2004: a 14 anni dalla laurea dunque si è scoperto che il medico non poteva fare il dentista e che aveva ragione Imburgia. Quest’ultimo, però, dopo la condanna paradossalmente ha perso contratti e collaborazioni internazionali per i quali venivano richiesti i carichi pendenti e ha subito procedimenti disciplinari. Solo oggi la vicenda si è chiarita con l’assoluzione del medico. (ANSA).

 

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13 Dicembre 2018, 16:11

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