17 Dicembre 2014, 12:52
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CATANIA – Riteniamo opportuno fare alcune brevi considerazioni in merito alla recente analisi fatta dall’Avv. Trantino, Presidente della Camera Penale di Catania, che, su queste pagine, ha invitato alla prudenza in relazione al tentativo di depenalizzazione attualmente in corso ad opera del Governo.
Riteniamo che il tema della depenalizzazione, al pari di quello della effettività della pena, meriti la giusta attenzione: i cittadini infatti hanno il dovere di essere informati e fare le loro valutazioni sulle scelte, ed i connessi messaggi, che provengono dall’Esecutivo. Sarebbe d’altra parte inutile lamentarsi di determinate scelte quando le stesse saranno state trasformate in legge dello Stato e come tali andranno applicate: chiudere la stalla quando ormai i buoi sono stati rubati non servirebbe a nulla.
Siamo consapevoli della differenza tra una legge e un disegno di legge ma siamo altrettanto consapevoli che lo spirito che sta guidando l’esecutivo è quello che va in una direzione assolutamente sbagliata che somiglia a una depenalizzazione tout court, tutt’altro che mirata e tutt’altro che tendente ad una semplificazione processuale.
Entrando nel merito della questione, se da un lato ci auguriamo e crediamo che abbia probabilmente ragione l’Avv. Trantino quando sostiene che il reato di omicidio colposo, pur rientrando perfettamente nelle previsioni della legge delega 67/2014, non verrà depenalizzato, dall’altro lato riteniamo che il problema comunque non verrebbe risolto, anzi.
Siamo della stessa opinione dell’Avv. Trantino quando invita a non fare passare messaggi sbagliati, ma il punto è che di fatto, i messaggi sbagliati, li sta facendo passare proprio il Governo. Ad esempio, ci chiediamo che tipo di messaggio sia quello di un esecutivo che inserisce il reato di corruzione tra quelli da depenalizzare salvo poi, una volta scoppiato lo scandalo “Mafia capitale”, fare dietrofront e prevedere per lo stesso reato una pena ed una prescrizione maggiore (il tutto, si badi bene, non con un decreto legge, immediatamente efficace, bensì con uno schema di decreto legislativo). Sempre in tema di messaggi sbagliati, ci chiediamo in quale categoria semantica vada annoverato il messaggio del Premier che accompagna lo strombazzato provvedimento sulla corruzione con un candido “così almeno si faranno un po’ di galera”?
Comprendiamo, anche se non condividiamo, gli interessi di categoria degli avvocati e dei magistrati, tuttavia rimaniamo dell’idea che provvedimenti come quello di cui si discute, che segue di pochi mesi il decreto svuota carceri, contribuiscono sempre più ad aumentare la distanza tra i cittadini, che chiedono sempre più insistentemente maggiore tutela ed effettività della pena, e la politica, fatta sempre più spesso di annunci ad effetto o, peggio, di assordanti silenzi.
Cogliamo quindi l’occasione per invitare i cittadini e le associazioni di categoria (pensiamo ad esempio a Confcommercio considerato il numero di reati tutt’altro che esiguo che riguardano da vicino gli operatori economici) a prendere atto del problema e far sentire la propria voce in relazione ad un disegno di legge che, se anche fosse nato con l’intento di depenalizzare, di fatto rischia di lasciare impuniti anche soggetti colpevoli di reati tutt’altro che bagatellari.
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17 Dicembre 2014, 12:52