27 Aprile 2022, 17:00
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“Intere conversazioni telefoniche che sparivano, una macchina – quella utilizzata per registrare le chiamate – che “stranamente”, solo in certi casi, si inceppava. Si è soffermato sul periodo in cui l’ex falso pentito Vincenzo Scarantino viveva in località protetta a San Bartolomeo a Mare il pm Stefano Luciani nel corso della requisitoria, ripresa questo pomeriggio all’aula bunker di Caltanissetta, del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio, che vede imputati tre poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Delle “anomalie” riscontrate dai poliziotti della sala ascolto che ascoltavano le conversazioni di Scarantino si è parlato più volte nel corso delle varie udienze.
E su questo argomento oggi è tornato il pm Luciani rilevando alcune “contraddizioni” nelle deposizioni rese dai poliziotti che a quell’epoca si occupavano proprio dell’ascolto e la registrazione delle telefonate che partivano dal telefono messo a disposizione di Vincenzo Scarantino. “Con queste deposizioni – ha detto il pm Luciani – si voleva dimostrare che questa famosa macchina era costellata da frequenti anomalie e malfunzionamenti. Sui brogliacci veniva scritto che non si procedeva per anomalia o interruzione della macchina ma poi si è visto che c’erano eventi telefonici di diversi minuti. Un ingegnere, consulente della difesa, nella sua deposizione è venuto anche a parlarci del fatto che bisognava tenere conto del “fattore stress”. Ma se la linea da registrare era solo una? E le conversazioni da ascoltare solo quelle?”.
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27 Aprile 2022, 17:00