01 Ottobre 2016, 10:15
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CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – La Betaland Capo d’Orlando è pronta a scalare la sua prima grande montagna, nel giro d’Italia che durerà trenta settimane e che dovrà portare a quella che è la “maglia rosa” da conquistare, ovvero un altro anno di permanenza nell’Olimpo del basket nazionale. Si comincia con una tappa molto difficile, ovvero il duello con la EA7 Emporio Armani Milano campione in carica e fresca vincitrice della Supercoppa. Tuttavia, il compito sembra leggermente meno arduo di quello previsto sulla carta: le assenze già certe per la truppa guidata da Jasmin Repesa sono quelle del metronomo lituano Kalnietis e del gigantesco Raduljica, uno dei fiori all’occhiello del dispendioso (come di consueto) mercato estivo. In dubbio anche due dei pilastri dello spogliatoio Olimpia, ovvero Cerella e soprattutto Ale Gentile. Ma coach Gennaro Di Carlo fa capire di non volerci pensare, valutando soltanto la forza complessiva degli avversari e soprattutto le doti dei suoi giocatori.
“Affrontare subito l’Olimpia Milano non so se è un vantaggio o uno svantaggio – ha debuttato in conferenza stampa il coach campano – . Credo che il quadro che ci rappresenta bene in questo momento sia questo: nella pre season abbiamo cercato di creare un’identità di squadra e ora abbiamo un sistema di gioco. L’obiettivo mi sento di dire che è stato raggiunto, ma ora dobbiamo affrontare Milano, un avversario tosto che ha mantenuto 8 giocatori dello scorso anno e che ha aggiunto tre giocatori di livello assoluto. È una squadra costruita per l’Eurolega che hanno già fatto la loro prima uscita in Supercoppa, vincendo tra l’altro. Io chiamo la condizione di questa nostra prima gara “stato di bisogno”. Faremo tutto quello che è necessario, combatteremo con tutte le nostre forze. Devo rendere consapevoli i miei giocatori che Milano è forte e ha molte più armi di noi, ma anche noi ne abbiamo alcune e le dovremo azionare al meglio”.
Una partita che si giocherà, così com’è accaduto nella scorsa stagione, con il forte e inarrestabile sostegno della gente di Capo d’Orlando. Di Carlo sa perfettamente che il clima che si respira al PalaFantozzi è fondamentale per centrare l’obiettivo della salvezza, pertanto spera in un’atmosfera caldissima già domani sera: “Senza il pubblico, senza il clima, senza l’unione tra squadra e città che ci ha permesso magicamente di essere qui ancora a giocare la prima gara di Serie A contro Milano, noi perdiamo almeno il 50% del nostro potenziale. Aspetto e sono sicuro arriverà combattiva la gente di Capo. Alleniamo un gruppo sano, motivato, un gruppo che segue tutto quello che io e il mio staff chiediamo. I ragazzi sono i miei soldati e io sono pronto ad andare in guerra con loro”.
“È una sfida che ci darà tante emozioni – ha aggiunto il capitano, Sandro Nicevic – . Domenica inizia una nuova stagione, il gruppo è nuovo, ma già abbiamo capito che ha una bella consistenza e vuole crescere. Le aspettative sono sempre le solite, vogliamo portare a casa più punti possibili e fare felici i nostri tifosi. Milano è veramente forte, ma noi dobbiamo pensare più a noi e cercare di mettere in campo la qualità e la determinazione che serve per portare la gara a casa. Questa società sta cercando di affermarsi per divenire una realtà solida in Italia, il progetto mi ha convinto a continuare ancora. Si sta provando a costruire il futuro e ho percepito dal club che la mia esperienza poteva essere utile ancora. Sento la responsabilità del gruppo, soprattutto per quello che riguarda i più giovani”.
Proprio a proposito dei tanti giovani che sono arrivati in casa Orlandina, il veterano del gruppo si è espresso con termini molto positivi, lasciando intendere che c’è grande voglia di aiutarsi a vicenda e di dare il massimo per il bene della formazione paladina: “Sono tutti bravi ragazzi e ottimi atleti e vorrei aiutarli ad arrivare ad un livello più alto. Questo pre campionato è stato molto positivo. Abbiamo iniziato stabilendo degli obiettivi chiari, abbiamo cercato e trovato una strada per raggiungerli e abbiamo indirizzato il lavoro verso questi obiettivi. Non c’è individualismo, non c’è egoismo in questa squadra, si percepisce chiaramente che tutti vogliono fare bene ma sapendo di essere parte di un gruppo che vuole migliorare tutti insieme”.
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01 Ottobre 2016, 10:15