12 Maggio 2019, 07:20
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L’italiano medio ha due culti. Quello della mamma, e quello dell’automobile. Guai, ma guai seri, a metterli in discussione. Personalmente non ho mai avuto il culto dell’automobile. L’ho sempre considerata niente più che un mezzo di locomozione, e sono completamente a corto di argomenti visto che, come ben sapete, l’ultima mi è stata rubata qualche mese fa, e da allora risolvo i miei problemi di mobilità arrangiandomi in vari modi.
Scusate la rincorsa, ma mi serviva per approdare al tema centrale di questo mio pezzo, che riguarda la mamma. In questi giorni (non ho ben capito quali) ricorre la sua festa ed è inevitabile che un pensiero vada anche alla mia, di mamma, che è passata a miglior vita 10 anni fa.
Mia madre: Buona, colta, amorevole, e anche rivoluzionaria. Quest’ultima dote la ostento come un blasone. Fu lei che ebbe il coraggio di interrompere una tradizione che voleva che ai figli venisse dato il nome di qualche nonno, e le devo la scelta, coraggiosa per quei tempi, di avermi chiamato Ennio. Un nome del quale vado orgoglioso.
Ricordo che un giorno, ero poco più di un ragazzino, le chiesi come mai avesse scelto quel nome, e lei mi rispose che aveva sempre avuto il culto della letteratura latina. “Ennio” mi disse, il padre della letteratura latina, quello che scrisse gli “Annales”. Lì per lì, tirai un bel respiro di sollievo, pensando che l’avevo scampata per pure miracolo visto che non aveva scelto Catullo o Cicerone.
Vi sembrerà banale, ma posso affermare, senza tema di smentita, che mia madre era una donna meravigliosa. Aveva un solo difetto. Riusciva a tirare fuori il peggio di ogni individuo. Le bastava aprire bocca, su un qualunque argomento, e a chiunque partiva l’embolo. Non c’era scampo per nessuno. Si salvava solo mio padre. Lui la adorava, pendeva dalle sue labbra. Era pronto a soddisfare ogni suo desiderio. Bastava che lei l’accennasse. Io osservavo compiaciuto questa sorta di simbiosi.
Si, ho avuto la fortuna di avere genitori che si amavano, un amore sconfinato, ma vi confesso che spesso mi domandavo com’è che mio padre riuscisse a non mandarla a quel paese, e, soprattutto, cosa mai ci avesse visto, oltre alla incontestabile bellezza. Ora, non vorrei che vi faceste qualche cattiva idea. Io amavo mia madre. Spesso ne sento la mancanza. Perché, si sa. Di mamma ce n’è una sola. E meno male.
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12 Maggio 2019, 07:20