Di nuovo gli agenti a casa Contrada |L’avvocato li manda via

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29 Luglio 2017, 15:26

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PALERMO – Si sono presentati a casa sua alle otto di mattina. Hanno detto di essere poliziotti. Gli hanno chiesto di esibire agende e documenti e stavano per interrogarlo. Bruno Contrada, ex numero due del Sisde con un travagliato passato giudiziario, si è rivolto al suo legale che è immediatamente arrivato. “Non avevano alcuna delega dell’autorità giudiziaria, né hanno esibito un invito a comparire o un decreto di perquisizione, quindi sono stati invitati ad andarsene”, spiega il difensore, l’avvocato Stefano Giordano. E’ la seconda volta in una settimana che Contrada, a cui da poco la Cassazione ha revocato una condanna a 10 anni per concorso in associazione mafiosa, riceve la visita degli ex colleghi. A mandarli è la Procura di Reggio Calabria che indaga su un patto stretto tra mafia e Cosa nostra, negli anni delle stragi del Continente, per destabilizzare lo Stato. Un’ipotesi suggestiva che richiama l’inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, approdata da tempo in un’aula giudiziaria, condotta dai pm del capoluogo siciliano. A Reggio Contrada non è indagato e infatti i magistrati che, mercoledì scorso, hanno disposto una perquisizione nella sua casa palermitana e nella casa del fratello a Napoli, lo avrebbero voluto sentire come testimone. “Oggi si sono verificate gravi violazioni di legge e sono stati inviati segnali inquietanti. La polizia di Reggio Calabria ha provato a sentire come testimone Contrada senza che a questi fosse notificato l’invito a comparire e senza delega scritta da parte dell’autorità giudiziaria”, commenta il legale dell’ex 007 che ha invitato gli agenti ad andarsene. In realtà gli ufficiali di pg di lasciare l’abitazione di Contrada, a cui hanno chiesto anche vecchie agende, non volevano saperne. Dopo un lungo tiramolla e dopo che il legale ha chiamato i carabinieri però hanno desistito. “Quella che si sarebbe dovuta svolgere stamattina a Palermo era soltanto un’attività di verifica e di approfondimento, su delega della Dda di Reggio Calabria, connessa alle indagini condotte nei giorni scorsi sulla ‘ndrangheta stragista”, fa sapere la Questura di Reggio Calabria. “Non c’é stata alcuna perquisizione – si aggiunge – in casa di Bruno Contrada, né c’era alcuna intenzione di farla”. Di perquisizione vera e propria si è trattato invece mercoledì. I pm di Reggio stanno cercando di approfondire i legami tra Bruno Contrada e l’ex agente di polizia con un passato nei Servizi, Giovanni Aiello, noto come “faccia da mostro”, indagato a Reggio per aver indotto un ex capitano dei carabinieri a mentire all’autorità giudiziaria. “Contrada – scrivono i pm reggini nel decreto di perquisizione esibito mercoledì – è risultato essere la persona più strettamente legata ad Aiello nella Polizia di Stato”. L’ex 007, inoltre, dalle indagini avrebbe avuto contatti con un altro ex agente di polizia, Guido Paolilli, dopo che questi fu sentito su Aiello. Sia “faccia da mostro” che Paolilli sono stati indagati a Palermo per l’omicidio dell’agente Nino Agostino, ucciso insieme alla moglie nel 1989. Per Paolilli, che rispondeva di favoreggiamento, la procura chiese ed ottenne l’archiviazione. Aiello, accusato di omicidio, è ancora indagato dopo l’avocazione del fascicolo da parte della procura generale. (ANSA).

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29 Luglio 2017, 15:26

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