Dia, sequestro a imprenditore |”Vicino alla criminalità organizzata”

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24 Ottobre 2017, 07:00

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MESSINA – Maxi sequestro della Dia: scattano i sigilli al patrimonio di un noto imprenditore. Dalle prime ore del mattino, il personale della D.I.A. di Messina, supportato dal Centro Operativo di Catania – su disposizione del Tribunale Misure di Prevenzione di Messina e in piena sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal dottor Maurizio De Lucia – sta apponendo i sigilli al patrimonio individuato nella disponibilità di un noto imprenditore operante nel contesto delle forniture di inerti, e sospettato di contiguità con la criminalità organizzata  insistente nella fascia tirrenica della provincia di Messina. Nell’operazione tutt’ora in corso è coinvolta anche una società di capitali. 

Il personale della D.I.A. di Messina, supportati dal Centro Operativo di Catania, a conclusione di ulteriori approfondimenti investigativi – conseguenti ad un analogo provvedimento, eseguito nell’estate scorsa, su proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale a firma del direttore della D.I.A. – in piena sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina guidata dal Maurizio De Lucia, sta procedendo al sequestro di un ulteriore patrimonio nella disponibilità di Smiriglia Antonino, di Sant’Agata di Militello (ME), noto imprenditore legato alla “famiglia mafiosa di Mistretta”, il cui esponente di vertice era l’ormai deceduto Rampulla Sebastiano, “rappresentante di Cosa Nostra” per l’intera provincia di Messina e fratello di Pietro, quest’ultimo condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise d’Appello di Caltanissetta poiché ritenuto “l’artificiere” della strage di Capaci.

Siriglia Antonino, pur essendo destinatario, nel tempo, di svariate investigazioni giudiziarie di competenza di più distretti giudiziari – tra le quali Omega, Scipione, Dionisio, Autostrada e Montagna – non ha mai subito provvedimenti di condanna per reati associativi o connessi agli ambienti della criminalità organizzata. Ciò nonostante, gli atti d’indagine disvelano la figura del precitato quale imprenditore concretamente legato alla criminalità organizzata attiva prevalentemente nell’area Nebroidea e Barcellonese, ed in particolare alla “famiglia di Mistretta” influente lungo la fascia costiera tirrenica. In forza di tali legami affaristici il proposto avrebbe ottenuto, attraverso le sue imprese, commesse pubbliche i cui introiti, avrebbero, in parte, rimpinguato le tasche di “Cosa Nostra”.

E’ stato documentato come il proposto sia stato sempre vicino a contesti criminali associativi partecipando, anche direttamente, a summit mafiosi, essendo – di fatto – un riferimento importante per diverse consorterie criminali espressioni locali messinesi di Cosa Nostra. Allo stato, Smiriglia Antonino figura imputato in procedimenti penali, pendenti presso la Procura della Repubblica di Patti, per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale in ordine a contesti societari nella sua disponibilità.

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L’odierna misura ablativa scaturisce dagli approfondimenti investigativi della D.I.A. di Messina che hanno messo in luce come il proposto Smiriglia Antonino, con la compiacenza di fidati prestanome (congiunti e/o collaboratori), sia riuscito a “schermare” i suoi interessi imprenditoriali riferibili alla Sud Marmi S.r.l., mediante l’acquisto del pacchetto societario – formalmente non registrato – entrato in suo possesso da oltre tre anni, attraverso la Calcem S.r.l., già sottoposta a sequestro di prevenzione il 18.07.2017.

L’importante circostanza, opportunamente valorizzata dalla D.I.A. di Messina al competente P.M. inquirente con richiesta di idoneo provvedimento d’urgenza, ha permesso al Tribunale locale, nell’ottica del procedimento di prevenzione pendente, l’emissione del relativo provvedimento che ha colpito nr. 1 azienda, nr. 1 fabbricato e nr. 5 terreni, ubicati nei comuni di San Marco d’Alunzio (ME) e Sant’Agata di Militello (ME) per un valore complessivo pari a 1.100.00,00 euro.

 

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24 Ottobre 2017, 07:00

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