19 Dicembre 2017, 05:02
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CATANIA – La moglie non ha più lacrime per piangere. A quattro anni di distanza, arriva il rinvio a giudizio per due medici dell’ospedale di Biancavilla, imputati per la morte del finanziere Carmelo Viaggio. I medici di turno al pronto soccorso, quella maledetta notte del 24 giugno 2013, pensavano di essere davanti a un caso di polmonite, addirittura si parlò di una possibile aviaria, ma dopo sei ore di rimpalli tra un ospedale e l’altro della provincia di Catania, Carmelo Viaggio moriva a causa di uno scompenso metabolico.
Non un fatto imprevedibile, visto che alle 4 del mattino, come ha ricostruito il legale Francesco Navarria, specialista in responsabilità medica – poco dopo l’arrivo nell’ospedale di Biancavilla, il finanziere, accompagnato dalla moglie, aveva messo nero su bianco la sua patologia: scompenso glicometabolico.
Di tutta risposta aveva ricevuto un codice verde.
Solo che mentre il tempo passava, le sue condizioni peggioravano, passando in chetoacidosi, acidosi metabolica e respiratoria, insufficienza respiratoria e arresto cardiaco.
Quella difficoltà a respirare sarebbe stata interpretata come una polmonite con sospetta aviaria.
Non è una semplice storia di malasanità, a guardare gli incartamenti, dei quali si è occupato a lungo L’Indiscreto, sembra che il finanziere sia morto a causa di un sistema sanitario non funzionante.
Torniamo a quella notte maledetta. Le condizioni del finanziere peggiorano. Il codice verde diventa “rosso molto critico”. Lui è in coma, i medici e il sistema sanitario combinano un disastro.
L’Ospedale di Biancavilla – come ha ricostruito la difesa del finanziere – è sprovvisto di Tac, Pet, reparto di terapia intensiva/rianimazione, cardiologia interventistica e pista di elisoccorso.
Dopo quattro ore in codice verde, i medici si accorgono che è necessario trasferire il paziente. All’ospedale Garibaldi di Catania non ci sono posti, “violando – spiega Navarria – i regolamenti in materia”. Unico posto disponibile si trova nell’ospedale di Caltagirone. Il paziente, violando le circolari regionali, non viene stabilizzato prima del trasferimento, che non avviene in ambulanza, come previsto dalle normative, ma in elisoccorso. Con un problema di non poco conto: a Biancavilla non c’è la pista di elisoccorso. Il pilota si rifiuta di atterrare nel cimitero per mancanza delle condizioni di sicurezza, opta per il campo sportivo. Passano più di due ore per raggiungere Caltagirone in elisoccorso: per il finanziere non c’è più niente da fare.
Il Gup ha rinviato a giudizio Salvatore Portale, Sarvà Maria con l’accusa di omicidio colposo perché “in cooperazione tra loro nella qualità di medici presso il P.O. Di Biancavilla, omettendo di procedere al corretto inquadramento diagnostico e praticare corretta terapia insulinica in pazione con scompenso metabolico, cagionavano il decesso di Carmelo Viaggio”.
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19 Dicembre 2017, 05:02