“Dialogare è importante| Lasciamo in pace il sindaco”

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03 Settembre 2013, 13:42

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PALERMO – “Rispondo in un sol modo alle critiche di alcuni esponenti del centrodestra scaturite dopo la seduta del Consiglio comunale di giovedì scorso sull’istituzione, mancata, dell’Anagrafe degli eletti – scrive Pippo Russo in una nota – sono sicuro che, alla fine, troveremo ciò che unisce. L’unico punto di riferimento, nel fare politica, deve essere l’interesse collettivo, il bene comune. Le urla, le aggressioni verbali, soprattutto in una sede istituzionale, non penso che piacciano alla gente, a maggior motivo se pensi di avere ragione. E’ preferibile la sobrietà, la forza degli argomenti, la capacità d’ascolto, il lavorare fino allo sfinimento, utilmente, per i bisogni dei cittadini, il parlare con un tono sufficiente per essere sentiti. Per quel che mi riguarda, non m’interessano le prove di forza che nel frattempo lasciano incancrenire i bisogni di una città sofferente. Non m’interessano gli scontri politici mentre i problemi veri attendono una soluzione immediata. Non m’interessano i piccoli giochi di potere per la conquista di una poltroncina o per acquisire un risultato conveniente al mio partito o al mio bacino elettorale personale, se ciò comporta il sacrificio delle legittime aspettative di un’intera città. Quando si viene scelti a rappresentare una comunità, con 50 come con 1.000 voti, l’unica attività attesa dagli elettori è quella degli eletti volta a raggiungere un risultato che faccia stare meglio i cittadini e faccia crescere la città, la regione, la nazione, economicamente e socialmente. Io contrario al dialogo con l’opposizione? Chi mi conosce sa bene che tra i miei centomila difetti non c’è quello dell’arroganza o dell’autosufficienza, chi mi conosce sa bene che tra i miei pochissimi pregi c’è quello dell’amore per il dialogo, quasi maniacale, del confronto soprattutto con chi la pensa diversamente da me. E’ la mia storia, è la mia formazione culturale dai tempi del volontariato cattolico, quella del dialogo continuo, sempre e comunque, storia e formazione culturale che precedono di tantissimi anni l’attività politica iniziata negli anni ’90, storia e formazione culturale che non consento a nessuno di oscurare con ricostruzioni frettolose. In ogni caso, non mi sarei mai permesso di interferire nei lavori d’Aula. Chi sono io per solo immaginare di farlo? Non lo facevo da segretario provinciale di Idv – e prima neanche da coordinatore regionale della Rete – tanto meno lo farei adesso, in un momento in cui alle appartenenze rigide preferisco il lavoro sociale tra i giovani, tra i cittadini, per dare il mio contributo alla città pure sotto un altro profilo; un ritorno, forse, alla mia vocazione originaria. Non voglio entrare nello specifico delle accuse che mi sono piovute addosso da quei consiglieri d’opposizione che sanno fare molto bene, secondo il loro punto di vista che non mi permetto di giudicare, il proprio mestiere. Accuse lanciate nei miei confronti magari con qualche esagerata accentuazione drammaturgica da fare apparire Shakespeare un dilettante allo sbaraglio. A loro dico, però, che credo al rispetto di chi rappresenta le istituzioni, a qualunque partito appartengano, onoro i miei avversari allo stessa maniera con la quale onoro i miei amici, se legati da comuni valori fondamentali, di legalità e solidarietà; credo al rispetto degli elettori, del responso delle urne, dei ruoli; credo alle regole fondamentali della democrazia, al giusto, equilibrato, costruttivo rapporto tra maggioranza e minoranza, che certamente può e molte volte deve includere la mediazione e il compromesso se serve al bene comune e non compromette la dimensione etica della funzione pubblica, ma mai il blocco dei lavori perchè la città aspetta, non può attendere oltre; rapporto costruttivo che deve alimentarsi democraticamente all’interno dell’Aula. Falsa dicotomia, quella che si vuol fare passare in queste ore, tra chi vuole il dialogo e chi privilegia la forza dei numeri. C’è solo il dialogo, il dialogo, il dialogo, punto. Lasciamo per favore fuori il Sindaco, che volutamente non ho mai citato, che rappresenta i palermitani, e chi vive a Palermo, di destra, di centro, di sinistra, di alcun colore e non una parte, che ha il dovere di parlare con chiunque e non soltanto con chi lo ha sostenuto. Non trasciniamolo nelle polemiche sterili e inconcludenti, non usiamolo come clava per affermare una primazia desiderata o per colpire chi sta dall’altra parte. Il Sindaco è di tutti”.

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03 Settembre 2013, 13:42

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