03 Gennaio 2014, 14:26
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PALERMO – La precisazione arriva in tarda mattinata. Rosario Crocetta la affida all’Ansa: “Qualsiasi ipotesi di allargamento della coalizione non è un affare del presidente ma una scelta dei partiti che sostengono il mio governo”. Come dire che la fibrillazione nella maggioranza nata dalla proposta di Gianpiero D’Alia di aprire le porte della maggioranza al Nuovo centrodestra e dall’incontro fra il governatore e Giuseppe Castiglione non ha senso di esistere: l’incontro, dice Crocetta, c’è stato, ma si è svolto “nell’ambito dei rapporti istituzionali nella sede di Catania della Regione” ed è “una riunione di tre settimane alla luce del sole”. Niente di clandestino, insomma. Intanto, però, nel Pd si era già dato fuoco alle polveri.
Il più duro è il segretario Giuseppe Lupo. Che a LiveSicilia affida una replica stizzita: “Non so neanche se l’incontro sia realmente avvenuto – afferma pochi minuti prima della precisazione di Crocetta – La mia linea, la linea del Pd è chiara: non abbiamo mai deciso di dare un canale preferenziale al centrodestra e per quel che mi riguarda non sono disponibile. Che sia ‘nuovo’ o meno, si tratta sempre di destra. E noi con la destra non vogliamo avere un canale preferenziale”. Insomma, altro che l’accordo “alla luce del sole” con “l’assunzione di responsabilità” invocata ieri su LiveSicilia da Simona Vicari: “Noi – taglia corto Lupo – dobbiamo dialogare in Aula e nelle commissioni con tutte le forze politiche. Nessun parallelo con Roma: Letta è stato incaricato sulla base di una maggioranza che è stata trovata in Parlamento, non è stato eletto direttamente come Crocetta”.
Toni e temi che trovano sponde in tutte le aree del Partito democratico. Il cuperliano Tonino Russo, indicato come un possibile candidato d’area al congresso regionale di febbraio, se la cava con una battuta: “È vero – dice – a Roma e in Sicilia deve esserci la stessa coalizione. Bisogna rompere col centrodestra a livello nazionale, altro che allearci qui”. Il renziano Fabrizio Ferrandelli, a sua volta possibile candidato alla successione di Lupo, si richiama direttamente al segretario nazionale: “Lo stesso Renzi – osserva – ha detto chiaramente che le larghe intese non sono il nostro modello. Quel modello di governo non è da replicare: è da superare. In Sicilia serve un governo forte a guida Pd”. Come dire che il rimpasto rimane all’ordine del giorno, ma senza Ncd.
La polemica, insomma, monta. Tanto che all’ora di pranzo Crocetta affida all’Ansa la ricostruzione dell’incontro con Castiglione: “Ci siamo incontrati il 15 dicembre, era domenica – riferisce Crocetta – La mattina ero stato a Catania per festeggiare l’anniversario della moschea, ospite della comunità musulmana. Poi ho chiamato Castiglione: in quei giorni era in discussione la legge sui precari. Ci siamo dati appuntamento nel pomeriggio. Eravamo preoccupati che il testo preparato dalla Regione potesse essere bocciato”. Quel giorno, dice il governatore, non c’era solo Castiglione: c’erano Angelino Alfano, Renato Schifani e Simona Vicari, ma anche i democrat Graziano Del Rio, Angelo Capodicasa e Paolo Baretta. “Con Castiglione – chiude Crocetta – abbiamo condiviso la necessità di una spinta al processo di cambiamento e di riforme in Sicilia, anche in considerazione del ruolo del Nuovo centrodestra nel governo Letta: oltre a parlare della vicenda dei precari, abbiamo discusso anche dei Forconi e dei problemi legati all’agricoltura. La mia posizione non è nuova: è da un anno che parlo di dialogo sulle riforme da portare avanti con tutte le forze politiche, compresi i Cinquestelle”. Nessuna modifica agli assetti: “Non mollo Art.4, Megafono e Drs, fanno parte della maggioranza come Udc e Pd. Il processo di confronto e di alleanze che farà il governo sarà discusso con tutte le forze che sostengono la giunta. Io l’allargamento lo faccio sulle cose da fare”. Incidente chiuso. Almeno per il momento.
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03 Gennaio 2014, 14:26