Diamanti e il ritorno a Bologna| In rossoblù fu il miglior Alino

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18 Novembre 2016, 18:20

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PALERMO – Se il match di domenica contro il Bologna per la sua nuova squadra sarà decisivo per il proseguo della stagione rosanero, e sopratutto del tecnico De Zerbi, per lui si tratterà di un ritorno a casa nel club in cui giocò le sue migliori stagioni in serie A. Alino Diamanti, capitano adesso del Palermo, in quei tre anni in Emilia (dal 2011 al 2014) raggiunse l’apice della sua forma fisica e tecnica dopo la parentesi in Inghilterra con il West Ham e prima ancora con l’ottima vetrina offerta dal Livorno del presidente Spinelli. In maglia rossoblù, voluto da quel Pierpaolo Bisoli che lo ebbe al Prato dove crebbe calcisticamente, Diamanti trovò infatti la sua dimensione guadagnandosi la stima del pubblico del ‘Dall’Ara’ e anche la fascia da capitano.

Le migliori stagioni del toscano coincisero poi con l’arrivo sulla panchina bolognese di quello Stefano Pioli, guarda caso chiamato ad allenare ora l’Inter ed esordire sulla panchina nerazzurra nel derby contro il Milan, che veniva proprio da una parentesi sfortunata con il Palermo di Zamparini in cui non superò neppure le amichevoli estive dei rosanero. In Emilia Diamanti e Pioli riuscirono a dar vita ad un binomio vincente che portò il calciatore a chiudere con ben 19 reti in 83 presenze e al tecnico parmense di guadagnarsi la chiamata della Lazio con cui farà altrettanto bene nelle successive annate.

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Adesso che Alino è chiamato a risollevare le sorti di un Palermo in fondo alla classifica, con la tifoseria di fede rosa che attende ancora il suo primo gol con la maglia dei siciliani, la gara contro il suo passato arriva quanto mai propizia per stimolare il trequartista che proprio dopo la parentesi con i felsinei ha fatto fatica a ritrovare quella fame e la precisione da cecchino che sentenziava ogni difesa e ogni portiere su rigore o ancor meglio da calcio di punizione. L’esperienza in Cina con il Guangzhou di Marcello Lippi hanno infatti allontanato il talento di Prato dai ritmi della serie A, così come testimoniano le comparsate con Fiorentina, Watford e Atalanta.

Prestiti di sei mesi per Diamanti che non ha avuto il tempo di adattarsi mai ad ambiente e compagni a differenza dell’attuale realtà palermitana in cui la società di viale del Fante ha puntato forte su di lui già dall’inizio del campionato e che adesso, anche con l’assegnazione della fascia da capitano in assenza di Vitiello, vuole consegnargli le cavi della squadra che grazie alla sua profonda esperienza può far crescere la nidiata di giovani talenti che popolano attualmente proprio il reparto offensivo e non solo. C’è da scommetterci dunque che ad Alino, prima d’entrare in campo domenica contro la sua ex squadra, scorrerà una lacrima sul volto in onore dei vecchi tempi ma subito dopo il fischio d’inizio metterà anima e cuore per la sua nuova maglia.

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18 Novembre 2016, 18:20

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