14 Gennaio 2010, 19:03
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L’indagine per mafia nei confronti dell’ex ministro Calogero Mannino, che si è concluso oggi con l’assoluzione definitiva da parte della Cassazione, ha avuto una durata record: quasi 17 anni e cinque processi. La vicenda giudiziaria inizia il 24 febbraio del 1994, quando gli viene notificato dalla Procura di Palermo, retta da Giancarlo Caselli, un avviso di garanzia per concorso in associazione mafiosa. Il 13 febbraio del 1995 Mannino viene arrestato, su ordine del gip di Palermo, Alfredo Montalto. Rinchiuso nel carcere romano di Rebibbia, l’ex ministro resta in cella per dieci mesi. Sarà scarcerato il 15 novembre del ’95 a causa del suo grave stato di salute, dopo avere perso oltre trenta chili, e posto agli arresti domiciliari per altri 14 mesi. Il processo di primo grado si apre il 28 novembre del 1995. Dopo un dibattimento lunghissimo, con 300 udienze, 25 pentiti e 400 testimoni citati (dei quali 250 dall’accusa) l’ex ministro viene assolto il 5 luglio del 2001. Una sentenza ribaltata in appello: l’11 maggio del 2004 Mannino viene condannato a cinque anni e quattro mesi. Il 12 luglio del 2005 la Cassazione a Sezioni unite annulla la decisione e ordina un nuovo processo, dal quale l’ex ministro Dc, eletto nuovamente in Parlamento nelle file dell’Udc, viene assolto per la seconda volta alla fine del 2008. Un verdetto divenuto oggi irrevocabile con la decisione della Cassazione.
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14 Gennaio 2010, 19:03