“Banconote da 20, quattro da 50″| Le “ordinazioni” dei soldi falsi

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12 Dicembre 2014, 16:28

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PALERMO – Due ghanesi ed un palermitano. I primi due marito e moglie, titolari di un’attività commerciale in via Maqueda, il secondo venditore ambulante nei mercatini di quartiere. Insieme all’autotrasportatore Gaetano di Maria, Seidu Abdulai (detto Bob/Billy), Sarah Oduwa (detta Silvia) e Giovan Battista Filippone (detto “u papà”) sono finiti in manette nella più vasta operazione contro la falsificazione di denaro mai eseguita in Italia dall’introduzione dell’euro.

Ed avevano azionato un meccanismo ormai collaudato, che si snodava tra accordi telefonici e incontri nei bar della zona di Ballarò o nelle vicinanze dei Quattro canti, volti a immettere nel mercato grosse quantità di monete false e banconote. Non sempre, però, lo scambio soddisfava le pretese di chi doveva smerciare i soldi falsi. A dirlo sono le intercettazioni dei carabinieri, partite grazie al ritrovamento di alcuni numeri di cellulare trascritti sui blister sequestrati ad aprile alla stazione centrale di Palermo.

Nei pressi del binario 1, dove di solito si rifugiano i senzatetto, i militari effettuarono un sopralluogo in seguito a preziosi elementi venuti a galla durante le indagini sull’omicidio dell’imprenditore Massimo Pandolfo, che avevano nel frattempo svelato lo squallido retroscena della prostituzione minorile. In quell’area era infatti stata indicata la presenza di un cliente straniero che aveva pagato un ragazzino con dei soldi falsi.

Lì, all’arrivo dei carabinieri, un gruppo di uomini si sbarazzò di tre blister di carta che contenevano monete metalliche da uno e due euro e diverse banconote contraffatte. Da quel momento in poi le indagini dell’inchiesta “Shanghai money” si fecero strada per individuare i componenti dell’organizzazione che faceva arrivare i soldi falsificati dai cinesi in città, grazie ai collegamenti con la Campania.

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A Palermo, a prendere le “ordinazioni” dei soldi da piazzare era proprio la coppia di origine africana. Nel loro piccolo supermercato del centro storico arrivavano le telefonate di Filippone che sborsando la metà del valore dei soldi falsi, acquistava e smerciava monete e banconote praticamente identiche a quelle originali. Dopo uno dei tanti incontri con “Bob” e la moglie, però, si sentì truffato. Quelle banconote non erano perfette, ma ingiallite. Ed anche ad occhio nudo sarebbe stato possibile intuire che qualcosa non andava. Quel giorno, era metà maggio di quest’anno, era stata la moglie del ghanese ad effettuare lo scambio. Filippone aveva chiesto diciassette banconote da venti euro e quattro da cinquanta.

Bob: Pronto ….
Filippone: Ciao Bob io papà…ascolta perché io ti ho detto l’altro giorno…io non controllare mai…però tu queste cose a me non me le devi fare …
Bob: sì….come?…
Filippone: prendere o andare… tre carte da cinquanta sono gialle dietro …
Bob: che cosa ha fatto giallo dietro? …
Filippone: giallo non è buono di colore dietro…hai capito? … allora me ne fai portare tre da cinquanta…tu mi dici l’orario… e cambio tre da cinquanta … io ti do quelli tre … porta il cambio ….

Una trattativa che alla fine andò a buon fine, tanto da essere seguita da altri appuntamenti sempre più frequenti. Specialmente quando Bob tornava da Napoli con nuovi carichi di monete taroccate. Puntualmente arrivava la telefonata di “U papà”. Come il 21 maggio, quando il venditore ambulante chiese al ghanese la disponibilità di altre monete. Bob rispose che erano rimaste soltanto quelle da un euro:

Filippone: Sono papà
Bob:
Filippone: Ascolta .. tu c’hai quelle da un euro hai detto e due euro?
B: nemmeno ..
F: finito tutte due?
A: due euro è finito … un euro c’è .
B: ah.. tutte due … . moneta finita .
A: nooo…un euro c’è …
B: Ah… un euro c’è ??
A: uhmm ..
B: e quanto un euro… ?
A: eh un euro… 550 …
B: 55 550…
A: uhm mm…
B: no 50?
A: quantità … Ehh … si risparmia pero’ …
B: Prendili buoni Bob mi raccomando… parliamo dopo vabbe dai…piu’ tardi ti chiamo … ciao

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12 Dicembre 2014, 16:28

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